7.5
- Band: SOILWORK
- Durata: 00:51:30
- Disponibile dal: 11/01/2019
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
Dopo la classica crisi di metà carriera avvenuta una decina d’anni fa, i Soilwork si sono ripresi alla grande con un periodo di bulimia discografica iniziato con il doppio “The Living Infinite” e proseguito senza sosta tra EP, live album e raccolte di b-side. Stupisce quindi un po’ vedere che, da “The Ride Majestic” a quest’ultimo “Verkligheten” (‘realtà’ in svedese) siano passati quasi quattro anni, anche se nel frattempo Speed Strid e soci non sono rimasti con le mani in mano, anzi. Il frontman, in particolare, da sempre impegnato in mille progetti paralleli, in questo periodo si è concentrato sui The Night Flight Orchestra, aspetto che ha evidentemente influito sulla composizione dei nuovi pezzi, ora più che mai incentrati intorno alla versatilità dietro al microfono del singer svedese. Superata di slancio la title-track, posta in apertura come intro strumentale, fin dall’opener “Arrival” spiccano come contrappesi di una bilancia i passaggi atmosferici delle tastiere e il martellante drumming del nuovo entrato Bastian Thusgaard, rookie del gruppo ma in grado di non far rimpiangere lo storico batterista (nonché suo ex-maestro) Dirk Verbeuren, ora nei Megadeth. Se l’abilità ritmica della new entry danese è una piacevole sorpresa presente in tutti i pezzi, la componente più melodica (ben lontana, a scanso di equivoci, dalle sonorità in stile Festivalbar del bistrattato “Figure Number Five”) trova la sua massima espressione verso la metà del disco, sprigionando tutto il suo potenziale nelle varie “When The Universe Spoke”, “Stålfågel”, “Witan” e “The Ageless Whisper”, più vicine all’hard-rock/AOR che al melodic death metal svedese. Di contro, il passato recente della band (anch’esso distante dal sound dei primi 3 dischi) fa capolino nelle più tirate “Bleeder Despoiler”, “When The Universe Spoke” e “Needles And Kin” (con Tomi Joutsen degli Amorphis), anche se la parte più interessante di “Verkligheten” (al netto di “Full Moon Shoals”, fuori fuoco in alcuni passaggi) è quella citata in precedenza. A completare il tutto, per i fortunati possessori dell’edizione limitata, anche le quattro tracce aggiuntive dell’EP “Underworld”, ulteriore valore aggiunto di un undicesimo full-length che ci consegna la fotografia di una band sempre più costruita ad immagine e somiglianza del proprio leader (come i connazionali In Flames e Dark Tranquillity, anche se con strade e risultati diversi), ma ancora in grado di stupire dopo vent’anni di onorata carriera.