7.0
- Band: SOJOURNER
- Durata: 00:56:35
- Disponibile dal: 08/05/2020
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Bella scoperta nel 2016 con l’esordio per Avantgarde Music, i Sojourner si sono riconfermati realtà valida e interessante con il secondo album “The Shadowed Road”, che anzi appariva persino più intenso e a fuoco del suo predecessore. E con cadenza ormai biennale la band guidata dal terzetto Emilio Crespo, Chloe Bray e Mike Lamb dà alle stampe questo nuovo capitolo, che con il cambio di etichetta registra un leggero cambio di direzione.
Il primo elemento di ‘rottura’ rispetto ai lavori precedenti è la copertina: niente valli né castelli diroccati e via i colori soft; a presentare visivamente “Premonitions” è un gigantesco gufo che sembra vigilare l’ingresso alla foresta alle sue spalle. Una visione notturna e certamente fiabesca ma anche lievemente inquietante, nella quale sembrano avere una loro importanza le stelle e le costellazioni. Se il trademark Sojourner è rappresentato dall’immersione dell’ascoltatore in un mondo incantato, nel quale il tempo è sospeso, grazie ad un black metal molto melodico, nel quale l’elemento atmosferico è fondamentale e predominante, questo disco suona Sojourner… quasi al 100%. Per la prima volta sentiamo infatti che c’è un approccio più mainstream alla musica, tanto che utilizzare la definizione ‘black metal’ – seppur in senso lato – ci sembra sempre meno calzante, e sembrerebbe più consono parlare più genericamente di un’ossatura extreme metal (con elementi black) sulla quale si innestano passaggi sinfonici e genericamente classici; la conclusiva “The Event Horizon” rappresenta un po’ la summa di tutti questi elementi oltre ad essere il brano più elaborato ed innovativo del disco (soprattutto nell’ipnotico finale).
Intendiamoci, il livello di scrittura ed esecuzione è alto, ma l’introduzione di soluzioni più moderne, soprattutto a livello ritmico, con una leggera semplificazione della struttura dei pezzi ci sembra comporti un appiattimento generale, e il risultato strizza l’occhio ad un pubblico più ampio e legato ad un certo universo gothic/symphonic metal (Within Temptation, Nightwish), impressione confermata dalla ballad “Talas”, decisamente troppo zuccherosa per il nostro palato ma indubbiamente ben confezionata.
Per il resto gli elementi sono quelli che hanno permesso alla band di avere un seguito numeroso e appassionato (complice l’estrema umiltà e disponibilità che i ragazzi hanno sempre dimostrato ai fan) ma, come già detto, la formula ci pare meno fresca e genuina rispetto a quanto ci avevano fatto ascoltare in precedenza. Ad ogni modo siamo sicuri che ascoltatori più avvezzi a questo tipo di sonorità sapranno apprezzare più di quanto abbiamo fatto noi.