SOLEFALD – Norrønasongen, Kosmopolis Nord

Pubblicato il 20/10/2014 da
voto
6.5
  • Band: SOLEFALD
  • Durata: 00:37:49
  • Disponibile dal: 27/10/2014
  • Etichetta:
  • Indie Recordings
  • Distributore: Audioglobe

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Succulento antipasto al nuovo album, “Kosmopolis Sud”, previsto per inizio 2015, questo “Norrønasongen, Kosmopolis Nord” rappresenta il ritorno sul mercato discografico per il duo norvegese Solefald, assente dai tempi di “Norrøn Livskunst”, capolavoro risalente ormai al 2010. Smaltite sia l’eccitazione per la possibilità di vederli live per la prima volta in quindici anni, sia la cocente delusione per l’annullamento della fu data alla vecchia sede del Colony Club – quella di Travagliato, per intenderci – accogliamo con molto piacere questa rentrée artistica, che in un primo tempo avrebbe dovuto esser limitata ad una prestigiosa edizione in vinile, mentre solo in un secondo momento la band (supponiamo assieme l’etichetta) ha deciso di offrire ai propri fan anche il formato digipack CD. Il materiale contenuto in questo EP di cinque pezzi, come proclama Lars Are Nedland, in arte Lazare, è assolutamente lontano da quello che andrà a comporre il full di prossima uscita, dichiarazione che, conoscendo il Dinamico Duo, può voler dire tutto e nulla. Ma andiamo con ordine e concentriamoci su questa release: divisa ovviamente in due lati, come ogni vinile che si rispetti, “Norrønasongen, Kosmopolis Nord” è decisamente sperimentale e mostra un aspetto, quello elettronico, che i Solefald hanno già adocchiato in passato, soprattutto in “Neonism” e nel progetto black-industrial-futurista di Cornelius, gli Sturmgeist. E proprio la misteriosa evoluzione degli Sturmgeist, denominata Sturmgeist & The Fall Of Rome, entra in gioco nei due remix finali di questa pubblicazione – “Norrøna: Ljodet Som Ljoma” e “Songen: Vargen” – riprese e amplificazioni del bellissimo e struggente tema portante folk che contraddistingue tutto l’evolversi del lavoro; e se la prima è una prolungata deriva noise-industrial del suddetto tema, la seconda ci proietta dentro un’intensa marcetta crepuscolare segnata dalle impennate dell’Hardanger fiddle dell’ospite Mari Skeje Ljones, un tipo di violino che gli antichi norreni definivano lo strumento del Diavolo. Detto dei remix contenuti nel side B, torniamo ad inizio disco per le tre composizioni dei Solefald in quanto tali, aiutati comunque da una cospicua guestlist di musicisti, fra i quali i membri degli In Vain che li hanno accompagnati in tour. L’opener “Norrønaprogen” si rivela una convincente canzone di epic-folk-metal dalle tinte progressive, ispirato tanto dai Seventies quanto dal folklore musicale nordico: trattasi in verità del momento di maggior interesse di tutto il platter, undici minuti di pura maestria emozionale e compositiva. Il brevissimo inno “Norskdom”, baciato dalle ottime voci scaldiche di Einar Kvitrafn Selvik, dura talmente poco da creare subito rimpianto, ma non avrebbe avuto molto senso incaponirsi oltre il minutaggio scelto, in quanto ‘semplice’ richiamo della lirica portante di cui sopra. Leggermente diversa dall’approccio folk, progressivo e noise del materiale, risulta essere “Det Siste Landskap (An Icelandic Odyssey Part IV)”, song electro-folk e dai ritmi ballabili che, narra Cornelius, è stata scritta durante una passeggiata in jeep con gli amici Solstafir nel deserto di ghiaccio islandese (!!). Cosa dire in più per ingolosire voi lettori? Niente, pensiamo. Chi già adora i Solefald e non ha paura di ascoltare le loro divagazioni può certamente ambire all’accaparramento di questo vinile; chi li giudica solo un buon gruppo avantgarde-black metal forse può attendere qualche mese e passare direttamente a “Kosmopolis Sud”. Il giudizio obiettivo ci impone di scrivere che, comunque, il marchio Solefald su “Norrønasongen, Kosmopolis Nord” è impresso a fuoco e che la loro musica è ancora una volta veicolo di alta creatività.

TRACKLIST

  1. Norrønaprogen
  2. Det Siste Landskap (An Icelandic Odyssey Part IV)
  3. Norskdom
  4. Norrøna: Ljodet Som Ljoma
  5. Songen: Vargen
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