SÖLICITÖR – Spectral Devastation

Pubblicato il 24/04/2020 da
voto
7.5
  • Band: SÖLICITÖR
  • Durata: 00:39:54
  • Disponibile dal: 24/04/2020
  • Etichetta:
  • Gates Of Hell Records

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Ecco qui una dose abbondante di speed/heavy metal da parte di una recentissima formazione proveniente da Seattle, il cui EP dello scorso anno aveva già fatto parzialmente drizzare le orecchie ai frequentatori dell’underground che ancora mostrano interesse alla vista di cinque soggetti vestiti in pelle e armati di catene e bandoliere.
Il loro primo full-length ufficiale, intitolato “Spectral Devastation” ed edito presso Gates Of Hell Records, mantiene perfettamente le promesse fatte in precedenza, proponendo di fatto quaranta minuti di metallo veloce, tagliente e vecchia scuola al cento per cento, con anche quella leggerissima ed occasionale sfumatura simil-punk/thrash che di certo non guasta; il tutto però senza sacrificare le melodie e la capacità d’esecuzione. Il tocco dei cinque musicisti coinvolti appare infatti convincente e grintoso al punto giusto, sia per quanto riguarda il guitar work e la sessione ritmica, sia dal punto di vista vocale, per il quale è necessario aprire un capitolo a parte: non a caso, anche se inizialmente potrebbe non sembrare, dietro al microfono i Solicitor schierano una presenza femminile, rappresentata da quella belva feroce e sgargiante che risponde al nome di Amy Lee Carlson, il cui timbro ci ha ricordato una versione più grezza ed incazzata di quello della collega finlandese Noora Louhimo, voce dei Battle Beast.
Naturalmente in questo caso la cornice è ben diversa rispetto a quella che ha reso popolare la formazione di Helsinki, e non a caso sin dai primi furenti attimi di “Blood Revelations” ci sentiamo letteralmente catapultati indietro di trent’anni, come anche la decadente copertina lascia ben intendere: ci sono riff rapidissimi ed intuitivi, assoli colmi di note, ritmiche smitraglianti e sfoggi vocali tanto rabbiosi, quanto musicali e ben gestiti. Questo connubio prosegue indisturbato per le seguenti “Betrayer” e “Red Queen”, ma si mette temporaneamente in pausa con l’intro acustico di una “Leathur Streets” dai tratti apparentemente più ‘british’, anche se sempre con quell’immancabile aggressività pronta ad emergere. Soluzione introduttiva che torna anche in “Night Vision”, che a livello stilistico potrebbe ricordare un qualsiasi lavoro di Sua Maestà King Diamond, per poi virare su una apparente epicità con “Terminal Race” e quasi sul thrash metal con “Spectres Of War”.
Chiudiamo con il brano più violento di tutti, ovvero una “Grip Of The Fist” in cui, in maniera simile alla precedente, si ripresenta di prepotenza la deriva thrash, con addirittura una spruzzata di black metal grazie a dei passaggi in blast-beat piazzati con decisione nei minuti finali. Una conclusione a suon di botte da orbi, senza alcuna pretesa evocativa, per un album sorprendente e ricco di fomento come pochi altri usciti in questi primi, infausti mesi del 2020, valorizzato ulteriormente da una produzione grezza al punto giusto, senza mai risultare artificiosa o campata per aria. Ovviamente non c’è una particolare volontà di differenziazione rispetto a materiale già sentito in passato, ma non vi è nemmeno un singolo difetto effettivo per tutta la durata della tracklist, e questo ci basta per premiare un’album che farà felici tutti coloro che ancora amano una sana colata di acciaio intonso.

TRACKLIST

  1. Blood Revelations
  2. Betrayer
  3. The Red Queen
  4. Leathür Streets
  5. Night Vision
  6. Terminal Force
  7. Spectres Of War
  8. Grip Of The Fist
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