6.0
- Band: SONATA ARCTICA
- Durata: 00:55:19
- Disponibile dal: 21/01/2022
- Etichetta:
- Atomic Fire
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Questa nuova uscita discografica costituisce il primo capitolo di una sorta di parentesi acustica in studio da parte dei finlandesi Sonata Arctica, una band che negli ultimi anni ci ha donato poche gioie e parecchi dolori, sia sul versante delle produzioni discografiche, sia su quello delle apparizioni live.
Paradossalmente, escludendo (ovviamente) gli ultimi due anni in totale assenza di concerti, tra le occasioni più recenti in cui la band capitanata da Tony Kakko ha avuto modo di esibirsi, la volta che ricordiamo con maggior gaudio è proprio quella in acustico in quel di Milano, in quanto le attuali performance vocali del frontman si prestano piuttosto bene ad essere sfruttate in contesti con distorsione ridotta, e di conseguenza con una dinamica meno terremotante rispetto a quella riscontrabile in un contesto metal con tutti i crismi.
Questo fatto deve aver invogliato la band a cimentarsi nella realizzazione di un prodotto analogo ma interamente realizzato in studio, diviso peraltro in diversi capitoli probabilmente per coprire più parti della discografia possibile. Nel volume uno che abbiamo per le mani troviamo una scaletta di ben dodici brani più o meno celebri, interamente riproposti in chiave acustica e con un gusto generale piuttosto lontano da quello power metal oriented delle versioni originali, quasi accostabile allo stile tipico di determinate colonne sonore e con delle influenze che vanno dalla musica classica fino ad arrivare addirittura al country, come percepibile ad esempio nella riproposizione di “Paid In Full”, che tra l’altro è anche una delle meglio riuscite, insieme a “Alone In Heaven” e ovviamente “Tallulah”.
Malgrado lo scetticismo iniziale dobbiamo ammettere che il risultato generale è anche più piacevole di quanto fosse lecito aspettarsi, con alcune fasi ben curate anche grazie all’ottimo lavoro di produzione e mixaggio del sempre abile Mikko Tegelman, il cui contributo alla resa generale di atmosfera e volumi giova non poco alla buona riuscita di un’opera che farà sicuramente discutere gli appassionati.
Questo perché è inevitabile che in una proposta simile qualcosa possa anche andare storto: come prevedibile, la formula tiene botta in determinate fasi, ma perde colpi in altre, soprattutto nel momento in cui si va a risentire la versione originale. Discorso che peraltro vale solo per alcuni classici come “Wolf & Raven” e “Don’t Say A Word”, mentre per brani più recenti e già di per sé non molto efficaci come “A Little Less Understanding” e “The Wolves Die Young” si può dire che il contesto diverso non faccia più di tanto per innalzarne delle potenziali doti latenti. In fin dei conti, se si è alla ricerca di un ascolto rilassante, questo “Acoustic Adventures Vol. 1” può anche fare discretamente il suo lavoro, magari davanti a una finestra che si affaccia su un paesaggio innevato mentre si sorseggia un bicchiere di vino, ma al contrario se ci si vuole intrattenere o fomentare in qualsivoglia modo qui non c’è granché di cui usufruire, anche se dubitiamo fosse quest’ultima l’intenzione della band nel momento in cui ha deciso di immettere un prodotto come questo sul mercato.
Il nostro augurio è che l’operazione in questione non sia indice di una ulteriore mancanza di idee da parte di una band che un tempo ha rappresentato un fiore all’occhiello del suo genere d’appartenenza, ma che nelle ultime produzioni sembra aver quasi del tutto smarrito la quadra in merito alla propria musica e/o alla volontà di coinvolgere l’ascoltatore oltre una determinata soglia.