6.0
- Band: SONATA ARCTICA
- Durata: 00:54:33
- Disponibile dal: 30/09/2022
- Etichetta:
- Atomic Fire
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Spendiamo qualche parola su questa seconda parte della parentesi acustica ad opera dei finlandesi Sonata Arctica, formazione di cui abbiamo già parlato innumerevoli volte, soprattutto in merito a quella sorta di ‘declino’ che li ha visti protagonisti nell’ultimo decennio.
Come per la prima parte, anche in questa seconda troviamo una selezione di brani provenienti dal loro repertorio classico e moderno, inclusi alcuni inni immancabili del calibro di “FullMoon”, “Letter To Dana” e “San Sebastian”, e il risultato in fin dei conti è il medesimo della volta precedente: una dozzina di reinterpretazioni applicate ad una selezione dalla qualità a volte sfavillante, a volte mediocre, con dei risvolti decisamente rilassanti per noi che ascoltiamo, così come più facilmente appropriabili per colui che ci mette la voce.
Il buon Tony Kakko infatti, come detto anche in occasione del loro primo tour in chiave acustica, appare molto più a suo agio in questo contesto che in quello più tipicamente metal per varie ragioni, inclusa una potenza vocale che oramai difficilmente regge il confronto con quella che ne contraddistingueva i primi vagiti artistici. Anche per questo ribadiamo che l’ascolto di questo prodotto non è spiacevole, seppur continua a trovare spazio qualche sbadiglio di troppo, abbinato a quel timore che operazioni come questa, insieme ad un secondo e imminente tour con le medesime caratteristiche, siano più che altro volte alla preservazione di una realtà musicale che sembra da tempo aver smarrito la propria identità. Oltre a ciò, è inevitabile che, nel momento in cui si ascoltano le versioni originali di determinate tracce a noi tanto care, ciò che emerge da quest’album risulti inevitabilmente penalizzato e ulteriormente sprovvisto di piglio. Discorso meno applicabile quando subentrano brani più recenti, già di per sé troppo legati alle diramazioni più pop e con una botta generale che non ci è mai parsa effettivamente presente.
Sia ben chiaro che determinati pezzi, soprattutto le ballad, risultano ancora toccanti e certe melodie ci fanno ancora tutto sommato abbozzare un sorriso contemplativo, ma continuiamo comunque a ritenere questa frazione della carriera dei Sonata Arctica nulla più che una rilassante brezza passeggera, certamente non in grado di distogliere la nostra attenzione da uscite molto più interessanti.