7.5
- Band: SONATA ARCTICA
- Durata: 01:02:07
- Disponibile dal: 10/07/2016
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Cosa avessero in serbo per noi i Sonata Arctica, pensiamo fossero in tanti a chiederselo. Certo perché, soprattutto nell’ultimo periodo, i Sonata Arctica si sono dimostrati più bravi a generare domande che a dare certezze ai propri fan. A seguito di un album del tutto fuori standard (e invero non bellissimo) come “Stones Grow Her Name” e poi di un diretto successore per contro piuttosto classico come “Pariah’s Child”, nessuno di noi aveva oggettivamente spunti per capire se il combo finnico avrebbe proseguito la navigazione su mari più noti o se si sarebbe di nuovo avventurato in più imprevedibili sperimentazioni. Be’, stavolta Tony Kakko e compagni sembrano avere optato per non stravolgere del tutto lo stretto sentiero tracciato con l’album precedente, e confezionano così un disco considerabile come ideale proseguimento di “Pariah’s Child”. E’ allora un heavy melodico con forti radici nel power, quello che ascoltiamo in queste undici tracce, genere che indubbiamente i Sonata Arctica conoscono bene e del quale per qualche tempo erano anche stati considerati come dei maestri. L’indole più avventurosa e sperimentale della band viene stavolta messa un po’ da parte, posta a riposo insieme alla mai abbandonata tendenza ad inserire tra le varie tracce passaggi più progressivi o destrutturati e alla da sempre criticata abitudine di inserire elementi fin troppo ‘strani’ all’interno del disco (un esempio: “X Marks The Spot”, dal lavoro precedente). Nonostante questo appena citato accantonamento degli elementi meno in linea con l’ideale ‘Sonata-sound’, non siamo qui a parlare di un completo ritorno al power metal del passato, anzi. “The Ninth Hour” è piuttosto un album caratterizzato non tanto da impatto e velocità (come accadeva appunto agli esordi) quanto da morbide linee vocali e delicati arrangiamenti, elementi usati con destrezza che conferiscono alle undici tracce qui incluse un volto ben preciso, piuttosto languido e malinconico. Non spinge sull’acceleratore “The Ninth Hour”, sia chiaro, ma riteniamo che il disco presenti una band in tangibile buono stato d’ispirazione. I Sonata Arctica con questo lavoro dimostrano di essere capaci di rendere interessante la loro musica con colori e sfumature, senza più per forza appoggiarsi agli abusati cliché del power europeo e senza nemmeno cercare troppo l’effetto sorpresa generato dalla scelta inaspettata. I cinque finlandesi sono ormai una band tranquilla e consapevole, una realtà – volenti o nolenti – fortemente diversa da quella dei tempi di “Ecliptica”. Per fortuna, però, su questo lavoro maturità e voglia di sperimentare sembrano essere state messe al servizio di un songwriting più studiato e attento, motivo per cui riteniamo che “The Ninth Hour” sia un prodotto decisamente interessante, del tutto degno di far parte della discografia dei Sonata Arctica.