6.5
- Band: SONJA
- Durata: 00:37:56
- Disponibile dal: 23/09/2022
- Etichetta:
- Cruz Del Sur Music
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La storia dei Sonja inizia formalmente nel 2014, ma è solamente qualche anno più tardi che prende veramente forma. Melissa Moore fino al 2017 faceva parte della formazione dei black metaller texani Absu, ma nel momento in cui si è dichiarata transgender ai suoi compagni, invece di ricevere il supporto e la comprensione che necessitava, è stata licenziata. E’ da quell’istante che le forze e le energie di Melissa si sono concentrate nel suo progetto Sonja, che ora vede pubblicare il proprio debutto a nome “Loud Arriver”.
Atmosfere gotiche e malinconiche, influenze rock settantiane, ma anche un pizzico di post-rock e di heavy metal all’interno di una proposta musicale abbastanza personale, con composizioni dinamiche che si muovono attraverso sonorità dark a partire da chitarre tetre e dirette che viaggiano a braccetto con il cantato sofferto e teatrale di Melissa. Il risultato è un disco tutt’altro che banale, un lavoro da ascoltare con dedizione che subito colpisce tra le note di “When The Candle Burns Low…”, brano che dopo una partenza esoterica circondata da cori e passaggi acustici si apre su territori maggiormente vigorosi. I Sonja non cercano la strada semplice con melodie di facile presa, tutt’altro; la loro visione musicale si basa su un sound ricercato e capace di circondare l’ascoltatore con pezzi al contempo oscuri ed energici.
E anche la produzione, voluta o meno, fa rivivere quelle atmosfere settantiane con suoni non certo limpidi e la voce che non risplende ma si nasconde tra le note più ruvide delle chitarre e della sezione ritmica. Nel complesso, vista anche la proposta musicale, il tutto pare funzionare soprattutto nei brani più scoppiettanti, come in “Nylon Nights” e “Pink Fog”, dove, anche grazie a linee vocali più incisive, la band riesce a confezionare dei pezzi grintosi. L’hard rock primordiale di “Daughter Of The Morning Star” sovrappone più voci e spinto dal drumming grintoso di Grzesiek Czapla e dai bei riff di chitarra riesce a convincere, mentre è sulle note della dinamica title-track che partono i titoli di coda, tra passaggi acustici, accelerazioni e melodie vocali ben studiate.
Un debutto che si muove con passione attraverso sonorità non facili da etichettare e che mostra sprazzi di buona musica all’interno dei suoi quaranta minuti scarsi di durata. Non possiamo che augurare il meglio a Melissa e ai suoi Sonja!