8.0
- Band: SONS OF APOLLO
- Durata: 00:58:39
- Disponibile dal: 17/01/2020
- Etichetta:
- Inside Out
- Distributore: Sony
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I Sons Of Apollo sembrano averci preso gusto e dopo il bel debutto del 2017 ed un trionfale tour di ben ottantrè date, al quale è seguito il DVD “Live With The Plovdiv Psychotic Symphony”, pubblicano adesso il loro secondo studio album, intitolato semplicemente “MMXX”.
Rispetto all’esordio, è senz’altro palpabile un maggior affiatamento e una migliore conoscenza tra i membri della band: anche il trio che in particolare si è occupato del songwriting, composto da Derek Sherinian, Mike Portnoy e Ron ‘Bumblefoot’ Thal, ha potuto lavorare con maggiore sintonia e fluidità. La sensazione è che a livello stilistico si sia tornati più verso quello che doveva essere il progetto iniziale dei due ex Dream Theater, alias The Del Fuvio Brothers: non è un mistero, infatti, che l’idea di partenza fosse quella di un progetto prog metal, ma la presenza di Bumblefoot e di Jeff Scott Soto aveva poi fatto optare per un hard rock dalle venature settantiane, con elementi progressivi e passaggi tendenti al metal. In questo nuovo lavoro, invece, la band indurisce sensibilmente i suoni e propone un sound tendenzialmente più moderno. Non mancano comunque neanche stavolta momenti di puro prog, come possono essere “Fall To Ascend”, “King Of Delusion”, costruita attorno ad un tema eseguito con il piano da Sherinian o, soprattutto, “New World Today”, una traccia di quasi sedici minuti, cangiante e molto articolata, nella quale tutti i membri peraltro trovano occasione di dare sfoggio del proprio virtuosismo, compreso un bell’assolo da parte di Billy Sheehan. Ritroviamo un avvio pianistico anche in “Desolate July” (in generale, possiamo dire che Sherinian ne faccia un uso maggiore rispetto al disco precedente), una traccia che parte atmosferica nelle strofe, per poi esplodere nel refrain e soprattutto nei vari assoli, mentre per contro “Wither To Black” e “Asphyxiation” sono due brani abbastanza diretti.
L’aspetto tecnico è comunque una costante in ogni brano dei Sons Of Apollo e non potrebbe essere altrimenti visto l’elevato spessore dei musicisti, però bisogna riconoscere che la band ha saputo lavorare per porre la tecnica al servizio dei brani: le varie tracce che compongono “MMXX” possiedono infatti una propria personalità ed un proprio sound, compatto e carico di groove, spesso arricchito da soluzioni melodiche molto valide, come nel caso dell’opener “Goodbye Divinity” o delle già citate “King Of Delusion” e “Fall To Ascend”.
Bel disco, grandi interpreti, buona musica, per un progetto che poteva essere nato quasi come un tentativo estemporaneo, ma che si è sempre più consolidato in una vera e propria band, con risultati senz’altro apprezzabili.