7.5
- Band: SONUM
- Durata: 00:17:03
- Disponibile dal: 11/04/2020
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Eredi diretti dei death and rollers veneti Sinatras, dai quali hanno mutuato tre membri su cinque,l’esperienza di un full-length e una manciata di EP, i Sonum arrivano a noi con una pubblicazione (autoprodotta) di tre brani che mostra una chiara sterzata rispetto a quanto proposto con la band precedente. Di fatto i Sonum mantengono quelle che erano le caratteristiche più effettive e meno ‘roll’ del suono sviluppato dai Sinatras e lo rielaborano attraverso un death metal oscuro e dissonante, pesante e fluido allo stesso tempo, che segna un passo in avanti non da poco per quella che è la proposta, anche grazie all’innesto alla sezione ritmica di due musicisti provenienti da diverse esperienze e sin da subito coinvolti nella composizione.
Tre brani sono forse un po’ pochi per giudicare effettivamente i primi vagiti di una nuova incarnazione, ma l’impressione è davvero notevole. Il brano d’apertura gira intorno ad un riff irresistibile e feroce, mentre restiamo intrigati davanti allo svolgimento del secondo pezzo, “Monolithic”, che tra rallentamenti e ripartenze ha un tiro invidiabile, con delle eccellenti parti di chitarra e alcune finezze ad opera di Paul alla batteria (già in Vol De Conscience e decine di altri progetti precedenti). In generale possiamo apprezzare un afflato progressive che si fa strada all’interno delle canzoni, lasciandoci ben sperare per un futuro full-length di death metal intricato e maturo, come anche il terzo brano in questo EP, “Desert”, suggerisce, tra riff diretti e veloci, devastanti aperture in blast beat e un’atmosfera piuttosto inquietante che rende questo il nostro pezzo preferito del lotto.
Una prima uscita con un minutaggio così esiguo è ovviamente poco per definire i Sonum, ma le basi e l’esperienza ci sono e vengono messe bene in mostra; ora attendiamo qualcosa di più corposo per un maggior approfondimento, ma l’inizio sembra promettere bene.