
7.5
- Band: SONUM
- Durata: 00:56:06
- Disponibile dal: 11/04/2025
- Etichetta:
- Dusktone
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Tra le molte band italiane che provano ad affermarsi nel sottobosco musicale estremo, i Sonum si presentano sicuramente con una proposta musicale eccentrica e distintiva: chi non li avesse scoperti attraverso il debut “Visceral Void Entropy” di qualche anno fa, potrebbe recuperare il tempo perduto concentrando le proprie attenzioni sul nuovo “The Obscure Light Awaits”, che ne riprende gli stilemi per evolverli in nuove, personali direzioni.
Sommariamente, si potrebbe definire la musica del terzetto vicentino come un’accattivante fusione tra death metal classico, dissonante ed atmosferico, in cui ognuna delle tre parti convive e lotta con le altre in una perenne bagarre che alimenta costantemente la scrittura dei brani contenuti nel disco. Ma c’è di più: il gusto anomalo verso la composizione si manifesta anche in strutture particolarmente fluide, progressive, che permettono di seguire con trasporto quanto accade nelle canzoni, trovandosi spesso a virare repentinamente verso spettri emozionali a volte simili, a volte molto distanti. Il fatto poi, che tutto questo accada regolarmente in tutte le canzoni, indica l’alto grado dinamico con cui “The Obscure Light Awaits” è stato pensato e realizzato.
Che si decida di partire in quarta, per poi aprirsi a ventaglio verso soluzioni più emotive come in “In This Void We Dwell” o “Trappen In The Labyrinth Of Aberration”, o che si punti prima sul phatos e poi sulla violenza, come in “Famine” o “Ad Mortem (Iter Est)”, la band riesce in ogni caso a mantenere ben saldo il bandolo della matassa, rivelando sfaccettature diverse ma pur sempre complementari. A coronare il tutto poi, interviene un leggero apporto sinfonico, rappresentato da pianoforte, archi e strumenti a fiato, che di volta in volta si affacciano timidamente nella tracklist, prendendo il sopravvento solamente di rado (“Due To Inner Mess…”, “Beyond The Gate”). In questo senso, non avrebbe guastato una presenza maggiore di questi elementi, considerato soprattutto i buoni risultati raggiunti negli sporadici momenti in cui musica elettrica e musica sinfonica si fondono, come nel caso della title-track, non a caso uno dei momenti migliori dell’album.
Ciononostante, c’è ancora spazio nelle battute finali per i misteriosi passaggi di “Nobody Is Innocent”, o per l’epicità toccante della lunga “Deliver Us (Final Trip)”, la cui labirintica transizione finale conduce al termine di un percorso denso e macchinoso, ma sicuramente appagante. Se è vero che questa fusione tra il mondo sperimentale e dissonante e quello più melodico e riflessivo potrebbe spiazzare – ed in parte scontentare – entrambi i seguaci delle due sponde, è indubbio il coraggio dei Sonum nella proposta di una formula in cui, esclusi alcuni rimandi a Deathspell Omega e Ulcerate, diventa difficile trovare influenze precise, segno anche questo di un buon grado di originalità ed inventiva.
Soddisfatti da quanto sentito in “The Obscure Light Awaits”, ci chiediamo cosa potrebbe succedere se la band abbandonasse ogni freno inibitore, e decidesse di gettarsi in una sperimentazione ancora più radicale: le capacità per qualcosa di eccellente ci sarebbero tutte.