8.0
- Band: SORCERER
- Durata: 00:47:06
- Disponibile dal: 27/10/2023
- Etichetta:
- Metal Blade Records
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Chi vi scrive ha seguito con grande interesse la carriera dei Sorcerer, band doom metal svedese dal potenziale altissimo, che disco dopo disco ha saputo crescere, migliorare e diventare pian piano una delle punte di diamante dell’intera scena. Senza perderci in preamboli, dunque, ci fa molto piacere constatare come i Sorcerer abbiano fatto un ulteriore passo avanti, firmando oggi il proprio album migliore. Se nel precedente “Lamenting Of The Innoncence”, infatti, avevamo trovato grandissime canzoni, ma anche un piccolo calo di tono nella parte centrale, “Reign Of The Reaper” tiene la barra dritta e non molla un colpo per tutti i quarantasette minuti di durata.
L’album si apre alla grande con “Morning Star”, un brano luciferino, potente e ammaliante, che riesce a tenere testa alla meravigliosa opener dello scorso disco, “Hammer Of The Witches”. Anders Engberg si conferma un cantante di livello altissimo, mentre ci sembra addirittura migliorato il lavoro alle chitarra di Kristian Niemann e Peter Hallgren che, soprattutto negli assoli, hanno sviluppato un gusto ed una perizia fuori dal comune.
Si passa quindi alla title-track e i Sorcerer piazzano subito il capolavoro dell’album: in sei minuti e mezzo la band svedese recupera al meglio la propria anima doom e la alterna con accelerazioni epiche e guerresche, oscure ed esaltanti al tempo stesso. Un brano dinamico, sempre coinvolgente, impreziosito anche da qualche intervento in growl ad opera del bassista Justin Biggs, che risulta assolutamente azzeccato e funzionale al brano. Anzi, a dirla tutta, ci piacerebbe che questo esperimento possa essere portato avanti, perchè darebbe ulteriore spessore e colore ad una proposta già eccellente.
Evitiamo di dilungarci nella descrizione di ogni singola canzone, ma ci preme soffermarci su alcuni degli episodi più particolari. Citiamo senza alcun dubbio “Curse Of Medusa”, un brano veloce ed incalzante,in grado di giocare molto bene con le atmosfere mediterranee dell’antica Grecia, grazie ad un azzeccato uso delle tastiere, che accompagnano le chitarre in una melodia dal sapore orientale. Poi abbiamo “The Underworld”, il pezzo più breve in scaletta, inarrestabile e duro come un maglio incandescente; mentre la chiusura è affidata ad un altro capolavoro, “Break Of Dawn”, composizione solenne, malinconica e regale al tempo stesso, che sembra descrivere quel filo di speranza di chi è costretto ad aspettare in una notte piena di orrori e che, tuttavia, si aggrappa al chiarore dell’alba come ad un’ancora di salvezza.
Non sappiamo se il protagonista di questa storia riuscirà a salvarsi con il sorgere del sole, ma una cosa è certa: vista la qualità di “Reign Of The Reaper”, il futuro dei Sorcerer è brillante e pieno di aspettative. Un disco da non perdere, per una band che sembra puntare con sicurezza e caparbietà alla vetta.