6.5
- Band: SOULFLY
- Durata: 00:36:38
- Disponibile dal: 14/08/2015
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Lo sciamano brasiliano dall’Arizona è di nuovo tra noi, a capo del suo collettivo principale. Dieci album per i suoi Soulfly, che da influenze groove/etniche/nu sono passati progressivamente a flirtare col death metal e sono tornati, oggi, in territorio groove/thrash. Se la lineup della band è stata sempre instabile, da quando esistono i Cavalera Conspiracy la situazione si è fatta sempre più confusa e ridondante, sia a livello di musicisti che di direzioni musicali: ecco quindi che Soulfly e CC condividono Max e Mark Rizzo e, mentre Ig(g)or Cavalera (il fratello) suona la batteria nei Conspiracy, Igor Cavalera Jr (il figlio) è oggi il bassista dei Soulfly. Alla batteria dei Soulfly chi ci volete mettere, se non l’altro figlio Zyon? A complicare ulteriormente la cosa ci si mette un’esagerata prolificità generata dalla moglie manager Gloria, che a detta dello stesso Max batte il tempo senza pietà: “in un paio di occasioni mi ha trovato impreparato dicendomi che avevo due settimane per scrivere un disco”, rivela il rasta in mimetica, chiarendo in maniera ingenua molti dubbi a riguardo delle pubblicazioni incessanti. In situazioni del genere, anche per una leggenda come Cavalera, la svalutazione è inevitabile e deleteria. Se appoggiandosi a musicisti di livello il Pater Familias riesce solitamente a tenere botta (Killer Be Killed ne è l’esempio più calzante), quando si tratta di muoversi (o correre, viste le premesse) coi propri piedi e restando il compositore principale i risultati sono altalenanti. “Archangel”, come suggerisce l’eccellente artwork di copertina di Eliran Kantor, è incentrato su tematiche bibliche ma si apre e si chiude “fuori traccia”, con l’inno al metal in apertura e una dedica a Khaleesi di Game Of Thrones a chiudere. Sfortunatamente, a parte qualche incornata andata a buon segno (la title track, “Bethlehems Blood” e “Titans”) gran parte dell’offerta – peraltro ridotta a 10 pezzi per un totale di 36 minuti – è segnata da manierismo thrash-core in pilota automatico, che va a ripercorrere le soluzioni sentite fino alla nausea con deviazioni ridotte all’osso. Nemmeno gli ospiti riescono a ribaltare la situazione: Todd Jones dei Nails non salva del tutto “Sodomites”, Matt Young dei King Parrot fa bene in “Live Life Hard!” e Anahid M.O.P. dei Mother Of Persia si fa notare nella posse track “Mother Of Dragons”, ma non definiremmo nessuna di queste partecipazioni memorabile. Nota positiva a riguardo del braccio destro Mark Rizzo, che si comporta bene come sempre, senza strafare o pretendere troppe attenzioni, come ogni ottima spalla dovrebbe fare. Nel complesso non ci sentiamo di parlar male di un lavoro che, soprattutto nella Special Edition con bonus track e DVD, si mantiene comunque sopra la sufficienza e andrà a soddisfare i fan di Cavalera; il problema è che “Archangel” si deve confrontare con un passato decisamente ingombrante. Non riusciamo a levarci dalla testa l’idea che mettendo insieme “Archangel” e “Pandemonium” il livello qualitativo medio sarebbe decisamente migliore, il che ci lascia l’amaro in bocca.