7.0
- Band: SOULFLY
- Durata: 00.53.33
- Disponibile dal: 13/03/2012
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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Il “road warrior” Max Cavalera ci ha abituato a una prolificità imbarazzante dal 2008 in avanti, anno in cui, ricongiungendosi col fratello Igor, si è buttato a produrre musica a capo chino, alternando Soulfly e Cavalera Conspiracy, progetti molto simili che hanno condiviso anche più di un elemento nella formazione. Dopo “Blunt Force Trauma” dei CC tocca dunque al nono capitolo del progetto post-Sepultura, che, per chi non se ne fosse ancora reso conto, compie 14 anni, superando di tre lunghezze la permanenza del frontman nel leggendario gruppo della “S tribale”. Tutti sanno cosa aspettarsi da “Enslaved”: il marchio di fabbrica di Cavalera è immutato nelle 11 tracce di questo nuovo capitolo, tutte solide e tutte a loro agio sotto il monicker del gruppo, perfettamente intercambiabili con un “Omen”, un “Conquer” o un “Dark Ages”. Archiviata la parentesi sperimentale e contaminata, “Enslaved” diventa quindi il tripudio del “more of the same”, con le varianti nominali di Tony Campos al basso (Asesino, Static-X, perfettamente trascurabile) e Davin Kinkade alla batteria (Arsis, Borknagar, innesto che alza il livello tecnico e che si dimostra decisamente più adatto alle ambizioni attuali). Nella lista di ospiti è il turno di Dez Fafara (Devildriver), che marchia col suo timbro personale una “Redemption of Man by God”, Travis Ryan dei Cattle Decapitation, che rende pesantissima l’iniziale “World Scum”, e, in chiusura, tutta la cucciolata Cavalera (Richie, Zyon e Igor Jr.) ospite in “Revengeance”. Manca qualcosa all’appello? Ah già, il pezzo in portoghese: ecco “Plata O Plomo”, brano che dà la possibilità a Mark Rizzo di infilare qualche nota di flamenco e confermarsi come chitarrista eccellente. “Enslaved” è quindi un ottimo disco o una banale scusa per tornare in tour? La verità sta nel mezzo: i fan di Cavalera non potranno che esaltarlo, aspettando “Legions”, “Gladiator” e “American Steel” ai prossimi concerti. Chi è stanco della formula lo lascerà nel mucchio, contribuendo alla pesante svalutazione di una delle leggende viventi del metal. A noi piace sottolineare invece la qualità con cui Cavalera riesce a ripetersi anno dopo anno, sperimentando o rimanendo fedele a se stesso, rendendo giustizia alla sua fama con attitudine. Statene certi, in tempi di EP, gruppi che si sfasciano dopo 2 album o cambiano genere per stare a galla, non è cosa da poco.