SOULFLY – Totem

Pubblicato il 04/08/2022 da
voto
7.0
  • Band: SOULFLY
  • Durata: 00:45:12
  • Disponibile dal: 05/08/2022
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast

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A quasi venticinque anni dal debutto, è ormai chiaro che i Soulfly sono qui per restare, destinati a rinascere dopo infiniti e confusi (considerati i musicisti che si sovrappongono nei vari progetti del mastermind) cambi di formazione, con variazioni di genere piuttosto sostanziali (a tutti piace ricordare le influenze nu-metal dei primi album), ma con la medesima incrollabile attitudine di fondo, quella che ha reso Max Cavalera leader di una tribù variegata e fedele, icona di genere incontestata ed artista molto prolifico e, tra alti e bassi, consistente. Una vita per il metal, quella di Cavalera, che senza sorprese ha tirato dritto con l’abbandono del partner di lunga data Mark Rizzo, sofferto solo per quanto riguarda i comunicati stampa da entrambe le parti: ufficialmente non è stato proprio sostituito, mentre dal vivo si è allacciata una collaborazione con un altro nome noto della scena di origini sudamericane, il mitico Dino Cazares (Fear Factory, Brujeria, Divine Heresy e altri).
Come il precedente “Ritual”, il dodicesimo album in studio dei Soulfly unisce i periodi thrash da “Dark Ages” ad “Omen” con il groove/death dei successivi “Enslaved”, “Savages” e “Archangel”: rispettando la tradizione si parte fortissimo con “Superstition”, in cui il thrash ribassato della chitarra a quattro corde apre a una sezione melodica dalle influenze orientali e si permette di chiudere con percussioni tribali. “Scouring The Vile” si butta sul death metal della Florida con la collaborazione stellata di John Tardy degli Obituary, che si amalgama alla perfezione con lo stile Cavalera nel segno di brutalità ed ignoranza. E’ da “Filth Upon Filth” che ci rendiamo conto del contributo del producer Arthur Rizk, arma segreta di Power Trip e Code Orange dietro la console, nonchè autore apprezzato negli Eternal Champion, che, in continuazione con il recente progetto Go Ahead And Die, dona quel sapore old school al disco strizzando l’occhio allo speed e al thrash ottantiani, con un suono pulito, l’utilizzo dell’eco sulla voce di Max e gli assoli semplici ma efficaci, uniti al groove e all’aspetto tribale dei progetti Cavalera anni ’90. Numerosi assoli sono firmati da John Powers, compagno di Ritz, che conferma la solida joint venture con i paladini epic metal texani come maggior novità di questo capitolo discografico.
Restano radicate la componente cavernicola e i limiti tecnici intrinsechi di ogni proposta di di Max, oltre a una certa auto-referenzialità a cui anche stavolta non si scappa, ma va dato merito all’entusiasmo incrollabile e all’amore per la musica del personaggio, che regala momenti incisivi e godibili come “Rot In Pain”, “Ancestors” ed “Ecstasy Of Gold” e si sforza anche di ampliare gli orizzonti, come nel finale ambizioso di “Spirit Animal”, o di esplorare lo spettro emotivo come nel ‘momento Planet Caravan’ dell’immancabile strumentale “XXII”.
“Totem” è un altro buon disco ‘per il popolo’ che gli affezionati di Max sapranno apprezzare dall’inizio alla fine, sostenuto dal carisma che il personaggio riesce a mantenere in vita in tutte le tracce, dall’impatto diretto e animalesco e dalla passione per la musica a cui Max dedica la sua vita. Ancora una volta, tutto quello che ci aspettavamo, e forse un pizzico di più, visti i limiti fisici evidenti in sede live, viene confermato in studio in un nuovo volume che va a consolidare l’eredità del capo tribù.

TRACKLIST

  1. Superstition
  2. Scouring The Vile
  3. Filth Upon Filth
  4. Rot In Pain
  5. The Damage Done
  6. Totem
  7. Ancestors
  8. Ecstasy Of Gold
  9. Soulfly XII
  10. Spirit Animal
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