7.5
- Band: SOULLINE
- Durata: 00:43:45
- Disponibile dal: 19/09/2018
- Etichetta:
- Profane Records
Spotify:
Apple Music:
Gli Svizzeri tornano oggi sul mercato dopo tre anni dal discreto “Welcome My Sun”, operetta melodeath dai lati chiaroscuri che purtroppo non riuscì a farci sobbalzare dalla sedia. Questo “The Deep”, invece, ci prende subito dalla collottola nemmeno fossimo dei gattini di primo pelo, e ci sbalza di qua e di là, piacendo e sorprendendo. Una commistione di hardcore metalizzato, melodie gothic, e scuola Goteborg davvero da manuale, con un gusto ritrovato per il riffing e le aperture melodiche nei ritornelli che fanno sognare. Tracce quali “Leviathan” e “Cool Breeze”, poste tatticamente in apertura di danze, hanno finalmente un grande respiro internazionale, dando una corposa spinta verticale al combo ticinese, grazie al loro micidiale appeal radiofonico, succosi riff e ottime partiture vocali, incluse anche delle piacevoli aperture in pulito che strizzano l’occhio al grande pubblico dei teen. Con le seguenti “The Fall” e “Filthy Reality”, pezzi gustosi anche se leggermente di ‘mestiere’ sentiamo forte un certo richiamo al recente passato della band con reminiscenze dell’ultimo “Welcome My Sun”, mentre con “The Game”, i Nostri esplorano il loro lato più hardcore d’oltreoceano, continuando a mantenere il solito occhio di riguardo nei confronti dell’orecchiabilità, e architettando un incidere da rock a tutto muscoli e mascella.“Deepest Me”, più misurata nel suo incedere è un midtempo che si declina con calma ed epicità, andando a sollazzare l’ascoltatore su note del più puro Gothemburg sound secondi anni ‘90, fatto di riff potenti ed armonizzazioni sognanti, e la successiva “Still Mind”, fanalino di coda, ha nel riff durante il ritornello il suo punto più memorabile, chiudendo questo lavoro e lasciandoci con una sensazione di grande soddisfazione per i tre quarti d’ora appena trascorsi.
Prova maiuscola questa per il quintetto di Bellinzona, che sforna uno dei propri lavori più validi ad oggi, degna coronazione di una carriera quasi ventennale fatta di alti e bassi, ma che mostra comunque una band che ha accumulato un bagaglio esperienziale importante e che, volenti o nolenti, sa scrivere della ottima musica.