SOUNDGARDEN – King Animal

Pubblicato il 21/11/2012 da
voto
7.5
  • Band: SOUNDGARDEN
  • Durata: 00:52:30
  • Disponibile dal: 12/11/2012
  • Etichetta:
  • Universal Republic
  • Distributore: Universal

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“I got nowhere to go ever since I came back,” dice Chris Cornell nel primo pezzo di questo nuovo “King Animal”, chiamato non a caso “Been Away Too Long” e posto come singolone di apertura. Sta cantando di Seattle, la sua patria natale, sua, dei Soundgarden e di quello che venne chiamato comunemente grunge. Nessun altro posto sembrava donare serenità e passione come quella città, dove ritrovare vecchi amici come Kim (Thayil), Ben (Sheperd) e Matt (Cameron), nessun altro progetto poteva essere bramato così come quello sotto il moniker Soundgarden, non dopo Audioslave, la carriera solista e (il fallimentare) “Scream” del 2009 con Timbaland. E da un tumulo di ossa impolverate ecco venire fuori quello che è “King Animal”, un grande corollario della carriera di Cornell e dei suoi vecchi compari di camerino. Liriche e musiche sono sintomatiche del ritorno, e della voglia di rinascere, dei vecchi Soundgarden. Forse a qualcuno questa storia puzzerà di dollaroni, e forse è così, ma se tutte le reunion portassero a nuovi dischi così, allora che siano le benvenute! Non si è più negli anni dei cucchiai scaldati e delle sbornie, quel tipo di grunge è svanito nella decade dei nineties. Ora a suonare sono pressoché sobri quarantenni e quanto di grunge possono dare è contenuto in questi brani: confessioni, valutazioni, ricordi che si ovattano nei riff, nei pattern di basso-batteria e nelle liriche di questo disco del ritorno. Ma, esteticamente parlando, nulla è cambiato. Sentire Cornell urlare come nel secondo brano, “Non-State Actor” fa ancora gasare l’audience. Thayil mostra ancora di sapere come si fa a scrivere riff cool dal primo ascolto e la coppia Cameron-Sheperd cementa l’architettura perfetta dei brani. Lontani dall’epicità del capolavoro “Superunknown”, lontani anche dalla potenza di “Badmotorfinger”, i brani si presentano con più semplicità, rendendo “King Animal” molto diretto, frutto dell’esperienza maturata con gli anni. “Time is my friend … well it ain’t, it runs out” dice Cornell in “Bones of Bird”, e risulta quasi toccante alla luce di tutto ciò. Non c’è una vera e propria hit monumentale, come negli altri dischi, anche se forse questo è da imputare alla data di uscita più che al valore del disco in sé, e delle canzoni, che, possiamo dirlo, funzionano quasi tutte. Senza raggiungere picchi stellari, ma tutte lasciano un qualcosa di piacevole e la loro scorrevolezza è un punto forte di questo nuovo lavoro. “Black Saturnday” non è “Fell On Black Days”, ma funziona benissimo.  “A Thousand Days Before” non è “Black Hole Sun” ma è da greatest hits della band. “King Animal” finisce con una frase simbolica così come era cominciato: “Don’t know where I’m goin’..I just keep on rawling / I heard an echo but the answer has changed / From the word I remembered /  That I started out sayin’ / Life is cheating if you’re not pulling oars / The current is leaving..” (nella finale “Rawling”). Ne è passata di acqua sotto i ponti dal lontano ultimo disco dei ‘Garden (’95-’96): risentire ancora quei riff, quella voce, quel groove forse fa sentire vecchi, anche se di solo un paio di generazioni fa, ma fa anche ritornare a sorridere, abbassare il finestrino, appoggiare il gomito e alzare il volume. Difficilmente si poteva chiedere di meglio ad una reunion. Oggi.

TRACKLIST

  1. Been Away Too Long
  2. Non-State Actor
  3. By Crooked Steps
  4. A Thousand Days Before
  5. Blood On The Valley Floor
  6. Bones of Birds
  7. Taree
  8. Attrition
  9. Black Saturday
  10. Halfway There
  11. Worse Dreams
  12. Eyelid's Mouth
  13. Rowing
6 commenti
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