SPECTRAL VOICE – Sparagmos

Pubblicato il 06/02/2024 da
voto
8.0
  • Band: SPECTRAL VOICE
  • Durata: 00:45:37
  • Disponibile dal: 09/02/2024
  • Etichetta:
  • Dark Descent

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Nonostante non si abbiano precise conferme in merito, si ha l’impressione che la genesi di questo nuovo album degli Spectral Voice sia stata piuttosto travagliata, magari anche a causa delle alte aspettative che la band statunitense ha alimentato con i lavori che lo hanno preceduto. Il debut album “Eroded Corridors of Unbeing”, in particolare, all’epoca della sua uscita ha rappresentato un enorme successo underground, tanto da innescare un vero e proprio trend che negli anni appena successivi ha portato numerose giovani leve a cimentarsi in una simile forma di caliginoso death-doom. Non va poi dimenticata la fama raggiunta dai Blood Incantation, in cui militano tre quarti della line-up del gruppo: dischi come “Starspawn” e “Hidden History of the Human Race” hanno trasformato i ragazzi americani da promessa a vero e proprio fenomeno death metal, portandoli a calcare i palchi di mezzo mondo e a fare i conti con impegni e richieste sempre più pressanti.
Non a caso, sono trascorsi circa sei anni dalla pubblicazione del suddetto “Eroded…”, un lasso di tempo che il quartetto ha inizialmente riempito con qualche tour, per poi ritirarsi in secondo piano, lontano da quei riflettori che invece hanno investito con forza i cosiddetti cugini.
I ‘nuovi’ Spectral Voice, che tanto paiono avere sudato per arrivare a impilare i quattro (lunghi) brani in scaletta, appaiono tuttavia rinati da questa presunta impasse, affermandosi nuovamente con un’opera che si sviluppa con ancora più spazio e solennità rispetto allo standard su cui da tempo si assesta la musica della band.
Se la maturità subito raggiunta con l’ormai leggendario EP “Necrotic Doom” si era rivolta a una più insistente ricerca di una componente atmosferica sul primo full-length, con questo secondo capitolo sulla lunga distanza il gruppo fa subito intendere di voler esplorare ulteriormente certi tenebrosi meandri già dall’enigmatico incipit dell’opener “Be Cadaver”. Come già accaduto in alcuni episodi del debut, quella verve prettamente death metal espressa in maniera esaltante agli esordi viene qui tenuta di nuovo nelle retrovie e chiamata davvero in causa solo tra varie apertura più tetre e dilatate, nelle quali gli arpeggi tendono a essere l’elemento guida della composizione. Senza dubbio, in questo senso “Sparagmos” è il lavoro più ricco e ricercato del quartetto: un mood sospeso – estremamente malevolo, tanto che a tratti sembra più affine ad arie black metal – domina la tracklist, mentre un’apparente indolenza è surrogata, ascolto dopo ascolto, da crescendo emozionali molto marcati, che vanno a consolidare un suono che proprio nella sua continuità caratterizza questo lavoro all’interno della discografia della formazione.
Se “Eroded…” insisteva spesso su trame nebbiose, con questo secondo album gli Spectral Voice mantengono più che mai fede al loro nome, architettando un suono dai toni spettrali, dove viene ribadita più volte quella predisposizione all’estemporaneità che aggiunge continuamente nuovi spunti in composizioni che, con il passare dei minuti, divengono suite sempre più dense e imperscrutabili. La musica viaggia libera, attraversa quella zona mista in cui convergono death-doom e velleità atmosferiche, con un’impronta che sa sempre di Disembowelment, perlomeno in certi momenti, ma che oggi può risultare affine anche ai Bell Witch di “Four Phantoms” e agli Swallowed di “Lunarterial”, soprattutto per quel clima profondamente sinistro che si leva dalle porzioni strumentali e dallo screaming di Eli Wendler.
Accuratamente stratificato e ricco di piccoli dettagli sonori, “Sparagmos” chiama insomma un ascolto in cuffia, oltre a un’attenzione e a un approccio diversi di quelli dedicati al possente incedere di “Necrotic Doom” e alle derive cosmiche di “Eroded…”. Evidentemente, gli Spectral Voice non sono ancora diventati una band che ha superato la fase della sperimentazione per arrivare alla sua sintesi definitiva: il loro viaggio è ancora nel vivo e questo ultimo appuntamento conferma infatti il loro desiderio di ricerca e di approfondimento all’interno di un genere solo in apparenza codificato, con risultati che denotano ambizione, ma anche esperienza e una una ormai consolidata capacità di saper strutturare pathos e intensità in composizioni ricche di soluzioni interessanti.

 

TRACKLIST

  1. Be Cadaver
  2. Red Feasts Condensed into One
  3. Sinew Censer
  4. Death's Knell Rings in Eternity
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