8.0
- Band: SPECTRALE
- Durata: 00:46:59
- Disponibile dal: 20/11/2020
- Etichetta:
- Les Acteurs De L'Ombre Productions
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Jeff Grimal è sicuramente un artista multiforme, e Spectrale è una delle sue emanazioni. Il chitarrista francese, che ricordiamo soprattutto dal 2011 al 2018 nella band atmospheric black metal The Great Old Ones, ha creato questo progetto nel 2014 con Jean-Baptiste Poujol, probabilmente per dare sfogo ad un lato espressivo che con il suo gruppo principale non poteva avere sbocchi, pubblicando uno split con In Cauda Venenum e Heir e l’album “▲” nel 2017. Visto l’abbandono del suo compagno d’avventure, Grimal è ripartito con una nuova formazione, ingaggiando Léo Isnard (chitarra classica, batteria e percussioni), Raphaël Verguin (violoncello ed effettistica) e Xavier Godart (chitarra acustica, effettistica e sintetizzatori), tutti musicisti del sottobosco black transalpino. Come si può intuire dalla strumentazione utilizzata, la musica che i francesi ci propongono è qualcosa di molto lontano dal rock o dal metal che siamo abituati ad ascoltare e a cui farebbero pensare gli attori coinvolti, e si materializza in un dark folk caratterizzato da atmosfere eteree, melodie mesmerizzanti, con colori ed immagini tenui e armonie soffuse; un flusso che parte dalle ricerche sonore dei Dead Can Dance, attraversa l’austerità dei Death In June e arriva fino agli Ulver di “Kveldssanger”. I brani sono dominati dalle chitarre acustiche, con arrangiamenti eleganti e curati che prevedono di volta in volta l’inserimento di violoncello, synth, percussioni. Rispetto al disco precedente, si punta meno sulla sperimentazione, a favore di una maggiore ampiezza di soluzioni; si vede, insomma, che si è passati da musica scritta da una sola persona ad una vera e propria band. E ogni pezzo ne guadagna in efficacia e si può distinguere dagli altri per una qualche peculiarità: “La Lune” è un intreccio di archi e ritmi tribali che ricordano qualcosa di ancestrale e primitivo; “L’Impératrice” è una marcia solenne e maestosa; “La Papesse” è un viaggio ipnotico e spirituale; “Le Bateleur”, l’unico brano non strumentale, grazie all’intervento della cantante Laure Le Prunenec, ha qualcosa di teatrale se non addirittura operistico. Il concept dell’album è legato ai tarocchi, in particolare agli arcani maggiori, a ciascuno dei quali è dedicato un pezzo. Merita una menzione, infine, l’artwork, realizzato in prima persona dallo stesso Grimal, pittore oltre che musicista, che ha anche illustrato un mazzo di tarocchi ad accompagnare l’uscita.