7.5
- Band: SPIRIT POSSESSION
- Durata: 00:34:59
- Disponibile dal: 24/07/2020
- Etichetta:
- Profound Lore
- Distributore: Audioglobe
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Sembra di sentire aria di casa mettendo sul lettore l’opera prima degli Spirit Possession: quell’aria di un black metal sempreverde e aggraziato, a cavallo idealmente tra le due ondate, e la sensazione che si sente è la stessa di quando non ci si aspetta una versione aggiornata e perfettamente funzionante di qualcosa che crediamo di conoscere a memoria. La band americana, formata da S. Peacock (già in Ulthar e un bel numero di altri progetti anche di rilievo dell’underground USA), e qui coadiuvato dalla batterista Ashley Spungin, incarna un atto di amore verso un certo heavy black molto violento che viene aggiornato non con soluzioni ricercate e altre amenità, bensì tramite una rilettura da fan che pure non deve aver ascoltato solo i Bathory durante la sua vita.
Ci troviamo di fronte a poco più di trenta minuti di riff marcescenti e caotici, divertenti e brillanti, midtempo che alternano accelerazioni e blast beat, il tutto mediante la costruzione di brani effettivamente funzionanti anche da soli. L’amore per i Venom o i Celtic Frost è tangibile (non mancano diversi death grunt di warrioriana memoria), così come le chitarre sembrano aver preso anche qualcosa dal thrash più violento degli anni ’80, ricreando così soluzioni che suonano allo stesso tempo datate e originali, fresche e tradizionali, e il disco scorre che è una meraviglia col suo essere ferocemente black metal ma classicamente heavy nell’animo.
L’album, registrato dal duo, riesce a divenire un piccolo compendio di sette brani che potrebbero tranquillamente provenire dai primi anni ’90 ad opera di ragazzi con la maglia di “Obsessed By Cruelty”, eppure il tiro e una bizzarra forma di melodia, che scaturiscono dalle soluzioni chitarristiche e dalle continue variazioni sul tema, fanno sì che il prodotto suoni originale e perfetto per i nostri giorni. Ascolto decisamente consigliato.