SPIRITWORLD – Pagan Rhythms

Pubblicato il 23/11/2021 da
voto
7.0
  • Band: SPIRITWORLD
  • Durata: 00:32:12
  • Disponibile dal: 05/11/2021
  • Etichetta:
  • Century Media Records

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Qualche volta comunicati stampa e gimmick andrebbero lasciati da parte, un po’ come quei trailer fuorvianti che indispettiscono all’effettiva visione del film. Si parla di frontiera, di sabbia e di death western nel presentare la creatura di Stu Folsom, artista di Los Angeles che ha prodotto in maniera indipendente questo primo disco targato Spiritworld che viene oggi recuperato e distribuito da Century Media. Le aspettative naturali sono quelle di un gruppo death metal che flirta con una versione più malvagia dei Me And That Man e Kyuss, ma bisogna buttarle velocemente nel cesso perché il western di questo “Pagan Rhythms” è solamente una gimmick e un tema lirico: i nove brani per trenta minuti del trio sono fatti esclusivamente del più cazzuto ed ignorante monumento agli Slayer, con qualche influenza comunque ridotta che elencheremo in seguito. Segnati vocalist ignorante e brutale, tra Jamey Jasta e Max Cavalera, i brani vanno ascoltati e goduti a massimo volume senza aspettarsi soluzioni che reinventano la ruota. Se c’è entusiasmo ed onestà, d’altronde, quale sarebbe il problema? Anche la titletrack in apertura è abbastanza fuorviante in effetti: un brano abbastanza lungo che cerca groove, epicità e impatto trascinandosi anche più di quello che serve. Da “The Bringer Of Light” tutto scorre invece abbastanza veloce e senza intoppi, con accelerate, riff sulfurei, schiaffi e brutte maniere garantiti. Ogni tanto saltano fuori le radici hardcore nel DNA di Folsom (lo testimoniano tupa-tupa e gang vocals), nei ritornelli l’ispirazione è quella dei vecchi Mastodon, che cercano l’epicità attraverso le vocals urlate, mentre negli assoli non continuiamo a sentire altri che la coppia Hanneman/King. In un disco come questo, basato sull’essenziale e sul grezzo trasporto, non si può non godere quando il trio esagera: ecco quindi che “Unholy Passages” diventa forse il pezzo più memorabile del disco grazie a un folle attacco di batteria, una mitragliatrice pronta al massacro che lascerà soddisfatti tutti gli ascoltatori. Si gode anche con i tempi caotici e i riff death metal di “Comancheria” e “Godless”, mentre il gospel che parte sulle distorsioni finali di “Ritual Human Sacrifice” è la perfetta trovata cinematografica per chiudere il disco con la voglia di ricomiciare nuovamente. La sponsorizzazione di Daniel P. Carter (dj di BBC 1), Max Cavalera e Gary Holt non può che certificare questo ignorante gioco al massacro, che dovrebbe trovare sua massima espressione sulle assi di un palco. Li aspettiamo.

TRACKLIST

  1. Pagan Rhythms
  2. The Bringer of Light
  3. Unholy Passages
  4. Night Terrors
  5. The Demon Storm
  6. Armageddon Honkytonk & Saloon
  7. Godless
  8. Comancheria
  9. Ritual Human Sacrifice
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