8.5
- Band: SPITE EXTREME WING
- Durata: 00:40:05
- Disponibile dal: 19/07/2004
- Etichetta:
- Behemoth Productions
- Distributore: Masterpiece
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Con “Non Dvcor, Dvco” ci troviamo davanti ad un cd che può marcare un confine tra il passato della produzione black metal nostrana ed il suo futuro. Un inizio embrionale, ma tremendamente convinto: quello di voler fondare un black metal di tipo italiano, dettare le direttive principali per la costruzione di una scena con in seno una propria peculiarità. Un lato importante di tale processo va senza dubbio attribuito alla scelta di un cantato interamente italiano, lingua che, se usata sapientemente, può rifulgere della sua antica grandezza e solennità anche in un ambiente in cui fin’ora è stata bistrattata come quello del metal estremo. Con l’intelligenza della scelta appropriata delle parole, con la conoscenza adatta per saper domare la metrica, gli Spite Extreme Wing dimostrano che si può giungere a ottimi risultati. La band ligure ci aveva già provato nel precendete “Magnificat”, ma l’esperimento non era riuscito completamente. Tale lavoro soffriva infatti dell’inesperienza di un connubio non rodato tra lingua italiana e black metal, mentre lo stile era ancora troppo variegato, passava dal black metal tradizionale a quello più melodico figlio della scuola svedese. Con “Non Dvcor, Dvco” il cerchio si chiude, la maturità sboccia. True italian black metal: testi in italiano, black metal grezzo riconducibile ai padri Darkthrone, ma contenente anche alcune soluzioni tipiche del black metal italiano come un certo andamento marziale dei brani. Da sottolineare la produzione: raw e profonda perché le registrazioni si sono tenute dentro un forte ottocentesco, e la sfida è riuscita. La musica è profonda, dal riverbero tenebroso, i volumi sono ben regolati e l’impressione finale è quella di assistere alla miglior registrazione che si potesse auspicare per un lavoro del genere. Questo album non sembra importante solo da un lato concettuale, ma musicalmente parlando è dotato di una statura compositiva fuori dal normale. Potrebbe rivelarsi uno dei migliori album black metal mai usciti dal suolo italiano, al pari di “Kali Yuga Bizarre”, anche se gli Aborym sono meno legati al suono tipicamente Darkthrone che invece pervade la nuova incarnazione degli Spite Extreme Wing. Canzoni come “In Su La Vetta” e la titletrack possiedono dei riff a dir poco memorabili, ma è tutto il cd ad essere di un livello altissimo, tranne forse in un brano in cui la band di Argento dimentica le proprie potenzialità e partorisce un capitolo soltanto discreto. Nel segno dei Darkthrone, quelli di “Transilvanian Hunger”, ma anche di “Panzerfaust”, si può percorrere un percorso nazionale per suonare true black metal: gli Spite Extreme Wing lo hanno inciso in questo capolavoro, sta ora alle altre band italiane seguirne l’esempio. Storia.