7.5
- Band: SPOCK'S BEARD
- Durata:
- Disponibile dal: 30/06/2003
- Etichetta:
- Inside Out
- Distributore: Audioglobe
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Quante affinità fra gli Spock’s Beard di oggi ed i Genesis dell’immediato post-Gabriel del lontano ’75… un leader carismatico che si allontana (Peter Gabriel e, nella fattispecie, Neal Morse) ed un batterista polistrumentista (Phil Collins, e nella prog band americana Nick D’Virgilio) che prende in mano una formazione alla deriva, sobbarcandosi il doppio ruolo di strumentista/cantante. “Feel Euphoria” parte da queste premesse e non fa nulla per distaccarsi dalle coordinate compositive dei lavori precedenti; l’unico elemento di novità è rappresentato da una maggiore libertà in sede strumentale, in particolare sembra rigenerato il lato virtuosistico di Ryo Okumoto, che sciorina assoli di grande intensità ed aggiorna il suo vocabolario sonoro con effetti di grande suggestione, senza tuttavia relegare in soffitta il vecchio mellotron. Domina nelle prime tracce un’esigenza di sintesi quanto mai gradita, e “Onomatopeia” si dimostra episodio azzeccato di composizione multiforme, legando suggestioni oniriche a veloci partiture con la sezione ritmica in netta evidenza. Una formula ripetuta con successo nella successiva “The Bottom Line”, mix perfetto di hard strumentale e inflessioni malinconiche. Le grandiose partiture prog rappresentano sempre il climax della formazione statunitense, adeguatamente esposte in “East Of Eden, West Of Memphis” e nella complessa “A Guy Named Sid”, episodio diviso in sei distinte sezioni. Emerge qualche episodio soporifero, vedi le due ballad “Shining Star” e “Ghost Of Autumn” (in compenso troviamo un Okumoto in grande spolvero), ma nel complesso il dopo-Neal Morse è senza dubbio rassicurante per gli aficionados del combo americano, il che la dice lunga sulle intenzioni di continuare a proporre musica di grande qualità.