STAR ONE – Revel In Time

Pubblicato il 15/02/2022 da
voto
8.0
  • Band: STAR ONE
  • Durata: 02:13:24
  • Disponibile dal: 18/02/22
  • Etichetta:
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Ci sono artisti che nel tempo sono riusciti a crearsi un seguito trasversale grazie alle proprie creazioni che abbracciano più generi e nelle quali si possono scovare tantissime influenze: tra questi non possiamo non citare Mr. Arjen Anthony Lucassen, capace di emozionare con melodie, costruire storie e mondi, intrecciare musica a voci. Il vulcanico polistrumentista olandese in quasi trent’anni ha instancabilmente regalato continue invenzioni sonore sotto diversi nomi, partendo dalla sua pietra fondante, Ayreon, fino a formare band quali Ambeon, Stream Of Passion e The Gentle Storm per dare anima a nuove idee.
Una delle costole della importante discografia di Lucassen è il progetto Star One, che si distingue dalla produzione Ayreon per canzoni molto più heavy, con meno orchestrazioni e un quartetto di voci (Dan Swanö, Russell Allen, Damian Wilson e Floor Jansen) che si dividono le tracce (questo almeno fino ad ora). Il nome proviene da un episodio della serie fantascientifica “Blakes 7” e sullo stesso genere si pone anche il primo episodio di questo progetto, che vede la nascita nel 2002 con “Space Metal”, un concept legato a film, telefilm e racconti legati allo spazio e ai viaggi verso l’ignoto. Nel 2010 gli fa seguito “Victims Of The Modern Age”, stessa formula, stesso gruppo di cantanti e di musicisti (se non con qualche modifica per il bonus CD), con stavolta come tema i mondi distopici e post-apocalittici riportati in pellicole e serie televisive; di conseguenza si erano potuti sentire maggiori passaggi cupi. Questo però è il passato, ora è il tempo di “Revel In Time”, ed è proprio il Tempo il filo conduttore di questo doppio disco, capace di mescolare in maniera perfetta i due album predecessori, creando un giusto mix tra i passaggi più ariosi – si ascoltino ad esempio le tracce come “Bridge Of Life”, con un’interpretazione teatrale dell’ottimo Damian Wilson e un tema che ricorda i tempi di “The Final Experiment” di Ayreon, oppure come “A Hand On The Clock”, magistralmente cantata da Floor Jansen su registri hard rock e impreziosita dall’hammond suonato da Joost Van Der Broek (ex After Forever), arrivando ai momenti più dark come in “28 Days (Till The End Of Time)” e in “Today Is Yesterday”, con alla voce rispettivamente Russell Allen e Dan Swanö. Dai cantanti fin qui citati sembrerebbero non esserci molte innovazioni rispetto ai due album precedenti mentre invece, a causa del periodo pandemico, Mr. Lucassen ha qui potuto sperimentare e spaziare tra quelli che sono per lui i migliori interpreti in circolazione. Innanzitutto, oltre ai quattro protagonisti già citati, si sono potuti inserire molti altri cantanti, individuando una tonalità caratteristica per ogni traccia e chiedendo il file delle parti cantate semplicemente via mail. Il risultato è un’opera dalle mille sfaccettature, è un compendio del mondo del metal perché tra chitarristi del calibro di Steve Vai (con un assolo di oltre tre minuti nella conclusiva “Lost Children Of The Universe”, canzone simbolo dell’intero album, con la sua introduzione anni Settanta, molto vicina agli Uriah Heep e ai Deep Purple e il suo svolgimento epico, nonché primo video estratto), Michael Romeo (Symphony X), Joel Hoekstra (Trans-Siberian Orchestra e Whitesnake, fra gli altri) e Ron ‘Bumblefoot’ Thal (ex Guns N’ Roses), tastieristi quali Jens Johansson (Stratovarius) e il già citato Joost, e una line-up ufficiale con lo stesso Arjen al basso, alle chitarre, alle tastiere, la batteria affidata a Ed Warby e i cori a Marcela Bovio (Mayan, ex-Stream Of Passion) e Irene Jansen (sorella di Floor). Partendo dalle voci di Marcela Bovio e John Jaycee Cuijpers (dal timbro molto AOR), quest’ultimo già sentito dal vivo nelle date evento a Tilburg per la messa in scena dell’Electric Castle Tour (l’ultimo tour di Arjen), Mr. Lucassen ha potuto lavorare in presenza nel proprio studio per incidere le linee vocali da seguire e da inviare ai numerosi ospiti; il risultato delle tracce pilota è stato di un livello così alto che non potevano rimanere nascoste al pubblico è così si spiega il secondo album, che altro non è che la riproposizione delle undici canzoni con differenti interpreti. Non un disco bonus, né un disco di serie B, bensì un altro lavoro, perché per esempio “Fate Of Man” fatta da Brittney Slayes (Unleash The Archers) e da Marcela o “Back From The Past” versione Jeff Scott Soto/versione Cuijpers sono canzoni a tutti gli effetti con un’altra anima.
Un ringraziamento quindi a Mr. Lucassen per la possibilità di sentire due album con diverse sfumature e una moltitudine di grandissimi interpreti, motivo per cui “Revel In Time” risulterà imperdibile per gli amanti del progressive, dall’hard rock e del metal più melodico.

TRACKLIST

  1. CD1
  2. Fate Of Man (Voce: Brittney Slayes)
  3. 28 Days (Till The End Of Time) (Voce: Russell Allen)
  4. Prescient (Voci: Michael Mills e Ross Jennings)
  5. Back From The Past (Voce: Jeff Scott Soto)
  6. Revel In Time (Voce: Brandon Yeagley)
  7. The Year Of ’41 (Voci: Joe Lynn Turner e
  8. Will Shaw)
  9. Bridge Of Life (Voce: Damian Wilson)
  10. Today Is Yesterday (Voce: Dan Swanö)
  11. A Hand On The Clock (Voce: Floor Jansen)
  12. Beyond The Edge Of It All (Voce: John Jaycee Cuijpers)
  13. Lost Children Of The Universe (Voce: Roy Khan)
  14. CD2
  15. Fate Of Man (Voce: Marcela Bovio)
  16. 28 Days (Till The End Of Time) (Voce: John Jaycee Cuijpers)
  17. Prescient (Voce: Will Shaw)
  18. Back From The Past (Voce: John Jaycee Cuijpers)
  19. Revel In Time (Voce: John Jaycee Cuijpers)
  20. The Year Of ’41 (Voce: Alessandro Del Vecchio)
  21. Bridge Of Life (Voce: Wilmer Waarbroek) Today Is Yesterday (Voce: Arjen Lucassen)
  22. A Hand On The Clock (Voci: Marcela Bovio e Irene Jansen)
  23. Beyond The Edge Of It All (Voce: Mike Andersson)
  24. Lost Children Of The Universe (Voce: Tony Martin)
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