8.0
- Band: STARBYNARY
- Durata: 1:09:35
- Disponibile dal: 14/06/2019
- Etichetta:
- Art Gates Records
Spotify:
Apple Music:
Giunge al secondo capitolo l’ambizioso progetto della band italiana guidata dal chitarrista Leo Giraldi e dal cantante Joe Caggianelli (ex Derdian): una trilogia basata sulla Commedia dantesca, componendo un album per ogni cantica. L’opera, iniziata nel 2017 con l’incoraggiante “Inferno”, procede con questo “Purgatorio”, confermando abbondantemente che gli Starbynary vogliono davvero lasciare un segno indelebile nel panorama metal nostrano.
A partire dal pregevolissimo artwork, il disco annuncia atmosfere grigie e tormentate: purgatoriali, appunto. E sin dall’opener “On The Shores Of Purgatory” riceviamo un’alternanza di ritmiche cadenzate e sfuriate quasi thrash, passando per momenti di puro funambolismo e melodie intense dove il pianoforte assume un ruolo centrale. Questo brano d’apertura riproduce, in nemmeno sei minuti, quasi tutti gli elementi che caratterizzano quanto andremo ad ascoltare. E c’è tanto, davvero tanto.
Il prog-power degli Starbynary è certamente ispirato da pilastri come Symphony X e dai Dream Theater più cupi di “Train Of Thought”, ma l’ampiezza stilistica delle composizioni fa registrare una padronanza di tantissime alternative al classico prog-power. Se “Blindness” è il tipico brano in linea con i canoni del genere, in “Underneath The Stones” si passa da ritmiche sincopate a momenti vicini al black sinfonico (con tanto di ottimo screaming). “Running and Screaming”, sostenuta da un bellissimo riffing che sembra miracolosamente coniugare gli Emperor al power più melodico, è probabilmente l’apice dell’album: il vortice di atmosfere resta unito e coerente senza alcuna sbavatura, creando il desiderio di ritornare indietro per riascoltare certi passaggi particolarmente emozionanti.
La pluralità di direzioni e scelte stilistiche funziona particolarmente in questo album perché non è soltanto sfoggio di padronanza o di conoscenza tecnica: una volta finito l’ascolto ci si rende conto che tutto questo vagare tormentosamente da un blastbeat a un giro disperato di pianoforte è tutto teso alla restituzione del contenuto dell’opera di Dante. I cori che rappresentano le voci dei dannati in “Miserere”, il dialogo da brividi con Beatrice (interpretata eccezionalmente da Elisa Stefanoni degli Shadygrove) in “Stars”, le atmosfere rarefatte e folk quando il Poeta è nel Paradiso terrestre… tutto, in ogni aspetto, è adiacente al procedere allegorico allestito da Dante.
In “Purgatorio” l’opera letteraria non è soltanto un riferimento estetico o un espediente: è un disco fondato sulla volontà di ricreare, in un’ottica musicale, il magmatico nucleo emotivo che risiede nella Commedia, specialmente in una Cantica riflessiva e amara come la seconda. Una nota particolarmente meritevole va dunque anche alla costruzione lirica dei brani, che fanno di tutto per non tradire le intenzioni dell’Opera, e anche negli inserti recitati dall’originale c’è un’attenzione preziosa alla ritmica originaria degli endecasillabi danteschi. Vedere tanta dedizione, quasi filologica, dietro un album è davvero commovente. E poi, a ogni modo, “Purgatorio” è un disco che si fa ascoltare e riascoltare, non deludendo assolutamente le aspettative per questo grande progetto che si sta concretamente ritagliando un posto importante nell’Olimpo dei grandi capolavori metal italiani.