7.5
- Band: STATIC-X
- Durata: 00:36:58
- Disponibile dal: /04/2007
- Etichetta:
- Warner Bros
Per la serie “stronger than nu-metal” ecco gli Static-X, uno dei gruppi globalmente meno fortunati a livello di vendite, ma di sicuro nella schiera dei capostipiti del movimento. Se l’avete intravisto da qualche parte ricorderete sicuramente quello strambo personaggio con acconciatura antigravitazionale, elettrificata, a mo’ di scopettone e con una barba alla ZZ Top: il figuro è Wayne Static, leader della formazione che arriva, con “Cannibal”, al ragguardevole traguardo del quinto disco in studio. Per chi, come chi scrive, segue il gruppo dai tempi dell’allucinato “Wisconsin Death Trip”, l’ascolto sarà sorprendentemente felice: Wayne ha accantonato infatti tutte quelle influenze dark melodiche ispirate all’interpretazione dei pezzi di “Queen Of The Damned”, a favore del sound che li ha resi famosi con il debutto e con lo spettacolare “Machine”. Per farsi un’idea si può immaginare una commistione tra le dinamiche vocali schizoidi dei System Of A Down, solo growl e rabbia cartoonesca, unite a riff thrash stoppati e deliranti, che viaggiano su una ritmica dance adulterata da beat e campionamenti industrial. La marcia in più proviene dal ritrovato chitarrista Koichi Fokuda, che dissemina in modo inedito assoli affilatissimi e ispirati nelle dodici concise e danzereccie tracce del platter. L’elettronica è infettiva e si impossessa del ritornello robotico di “Chemical Logic”, oppure storpia il riff delle canzoni come in “Cuts You Up”. Il singolo “Destroyer”? Perfetto. Un neo? Forse la leggera ripetitività delle soluzioni proposte, ma vista la proposta estrema e originale si può chiudere un occhio… Death on the dancefloor.