7.0
- Band: STEEL PANTHER
- Durata: 00:47:37
- Disponibile dal: 31/10/2011
- Etichetta:
- Universal Republic
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Artisti o fenomeni da baraccone? Musicisti o pagliacci? Geni della trasgressione (sia verbale che pratica) o ignobili sessisti? Be’, ogni volta che si parla degli Steel Panther viene spontaneo porsi queste domande; e ad ogni nuova intervista, ad ogni uscita di un nuovo album, Michael Starr, Satchel, Lexxi e Stix trovano sempre la maniera di buttare benzina sul fuoco, accentuando le discussioni sugli interrogativi citati sopra. Ammettiamolo, allo stato attuale, dopo tre album in studio di puro hard’n’heavy strappato nello stile e nell’energia agli intramontabili anni ‘80, ma soprattutto dopo gli innumerevoli e infuocati party tenuti sopra (e fuori) i palchi di tutto il mondo, la band losangelina si è creata un’immagine ed uno ‘stile’ al quale non si può più sottrarre, da qui in avanti, rimanendo per sempre intrappolata nei suoi spandex zebrati e nei capelli cotonati. ‘The Story Is Over’, insomma, per dirla nella lingua dei quattro californiani. Gli Steel Panther sono indiscutibilmente questo rumoroso, divertente e coloratissimo carrozzone glam, fatto di testi scorretti, che passano sempre il limite del porno, e show ammiccanti e pecorecci. “Balls Out” non è altro che la conferma di quanto esposto sopra, con le sue tredici canzoni più intro che vertono tutte sui tre temi tanto cari al rock’n’roll: l’alcol (poco in realtà), le droghe (già di più) e la tanto attesa terza parte della triade, il famoso ‘triangolo che manda avanti il mondo’. La musica di “Balls Out’ risulta sempre ad altissimo potenziale esplosivo, composta da una ben collaudata miscela di suoni hard rock, potenza metal e stile glam; miscela che li porta a somigliare ai Def Leppard nel songwriting, ai Van Halen nei suoni ed ovviamente ai loro concittadini Motley Crue, proprio quella band che infuocava i fan con le note delle mitiche “Girls, Girls, Girls” e “Dr. Feelgood”, prima che l’ultima roba che decidessero di fottersi fosse proprio il loro cervello. Sotto il profilo musicale, noi critici anche stavolta abbiamo proprio poco da puntare il dito: le melodie di Michael Starr sono le stesse che hanno fatto la fortuna di più di venti anni di rock suonato, le rasoiate solistiche del chitarrista Satchel sono assolutamente ficcanti e funzionali, mentre la rampante sezione ritmica porta avanti tutto il giocattolo con invidiabili divertimento ed energia. Dalla rombante opener “Supersonic Sex Machine” fino alla conclusiva ballad “Weenie Ride”, passando per le divertenti “Just Like Tiger Wood”, “Why You Can’t Trust Me” e “If You Really Love Me”, tutto in quest’album funziona alla perfezione, come una bella macchina il cui motore sia appena stato messo a punto. Inutile analizzare ogni singola canzone o fare una disamina dei testi osceni e sessisti che ci vengono proposti: faremmo soltanto il loro gioco. La cosa migliore da fare con “Balls Out” è ascoltarlo a palla e divertirsi, proprio come fanno le quattro pantere di Los Angeles con il concetto di vita stessa. Divertimento senza farsi troppe pippe mentali, insomma, per rimanere in tema…