STEEL PANTHER – Lower The Bar

Pubblicato il 01/04/2017 da
voto
6.5
  • Band: STEEL PANTHER
  • Durata: 00:39:16
  • Disponibile dal: 24/03/2017
  • Etichetta:
  • Kobalt
  • Distributore: Self

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Che gli Steel Panther non siano solamente quattro mentecatti che si divertono a far mostrare il seno alle ragazze presenti ai loro concerti ed a scrivere canzoni piene di volgarità, sessismo e discriminazione non è certo una sorpresa, lo sappiamo da un bel po’ di tempo. Ed è per questo che occorre fare una premessa alla recensione del nuovo disco della band. Il problema è che il gruppo, a fronte di prove tangibili e incontrovertibili a proposito, che smascherano una band capace di suonare in maniera grandiosa, continua a professarsi ignorante. Il nuovo “Lower The Bar” è un concentrato di hair metal esplosivo, grandioso, vero, ma è anche la riproposizione esatta di tutti i clichè classici e di tutti i pattern già utilizzati negli album precedenti, tali e quali. Tralasciando il lato lirico, che meriterebbe un discorso a parte, e che alla lunga diventa leggermente stucchevole, da sempre la band scimmiotta e ripropone cose già sentite, veri e propri furtarelli nella grande discografia hard rock a stelleestrisce, e in questo nuovo lavoro non fa eccezione. L’idea è quella di riascoltare ogni volta lo stesso album riarrangiato in maniera differente. Eppure le doti tecniche ci sono eccome, partendo dal meraviglioso lavoro chitarristico che Russ ‘Satchel’ Parrish compie su questo album come ogni volta, davvero di classe superiore. Detto questo, discorso che andava fatto, passiamo all’analisi vera e propria dell’album, nel quale abbiamo dieci brani più la cover di “She’s Thight” dei Chep Trick con Robin Zander come ospite, per quasi quaranta minuti di hair metal decisamente positivo. “Goin’ In The back Door” è esplosiva e carica come un gregge di montoni, ed “Anything Goes” richiama immediatamente alla mente i migliori Van Halen, ed ancora il singolo di lancio “Poontang Boomerang”, astutamente presentato in anteprima su PornHub, è musicalmente fine, raffinato e ben scritto; se “That’s When You Came In” era già nota per la sua versione acustica, in versione elettrica guadagna davvero punti, e piacciono molto l’allegra “Wrong Side Of The Tracks (Out Of Beverly Hills)” come la più soft e mutevole “Wasted Too Much Time”, e non va dimenticata la scanzonata “Walk Of Shame”. Un solo brano lascia interdetti, e risponde al nome “Now The Fun Starts”, cupa e fuori luogo in un album come questo, mentre menzione d’onore per la cover davvero azzeccata. Di serie A come sempre la produzione. Concludendo, e riallacciandoci alla premessa, gli album della band sono tutti davvero troppo simili per fare finta di non notare la cosa, ed a fronte delle doti di questi quattro musicisti eccellenti ci si augura davvero qualcosa dal quale emerga vera personalità in futuro; citando il titolo dell’album, sarebbe meglio che gli Steel Panther si decidessero ad alzare l’asticella, invece di abbassarla apposta. Concludendo, “Lower The Bar”, è esattamente come gli altri tre precedenti, esattamente uguale, scontato, divertente e ben suonato e ricco di brani a loro volta scontati, divertenti, ignoranti e piacevoli da ascoltare.

TRACKLIST

  1. Goin’ In The Back Door
  2. Anything Goes
  3. Poontang Boomerang
  4. That’s When You Came In
  5. Wrong Side Of The Tracks (Out Of Beverly Hills)
  6. Now The Fun Starts
  7. Pussy Ain’t Free
  8. Wasted Too Much Time
  9. I Got What You Want
  10. Walk Of Shame
  11. She’s Tight
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