7.0
- Band: STICK TO YOUR GUNS
- Durata: 00.32.11
- Disponibile dal: 10/02/2015
- Etichetta:
- Sumerian Records
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Passo dopo passo, con continuità e regolarità, gli STYG hanno confermato le premesse e sono entrati di diritto nelle alte sfere del panorama hardcore. Il loro quinto album in studio, rilasciato dopo una pausa un pelo più lunga del predecessore, si presenta con una tracklist asciutta ed efficace: l’impalcatura adatta ad una raccolta di tracce oneste, dirette e che ‘girano bene’. A dispetto del titolo “Disobedient” il disco è probabilmente la produzione più vendibile del catalogo del gruppo, con una sintesi eccellente di hardcore melodico anni 80, ritornelli vincenti che sfiorano il pop punk e sferzate metalcore stile Hatebreed. L’innesto della penna dell’ex Evergreen Terrace Josh James ha permesso al leader Jesse Barnett di concentrarsi sull’efficacia delle vocals, notevoli sia nelle strofe urlate che nei ritornelli melodici, senza tralasciare il messaggio, da sempre importante nel bilancio della band – vedi i sample del filosofo Jiddu Krishnamurti. La forza degli STYG sta nel far percepire un album così variegato e mega prodotto (alla console John Fidelmann) come spontaneo, quasi semplice. Le ospitate – Toby Morse degli H2O in “RMA (Revolutionary Mental Attitude)”, Walter Delgado dei Rotting Out in “Nothing You Can Do To Me” e Scott Vogel dei Terror in “I Choose Nothing” – confermano le influenze principali della band, le celebrano e le incoronano mettendole sullo stesso livello. Solo la ballad “Left You Behind” esce dal seminato – coi suoi archi e i quattro minuti di durata risulta l’unico episodio trascurabile e disomogeneo – ma si può chiudere volentieri un occhio di fronte all’ennesima raccolta ben concepita e strutturata, che si svolge in soluzioni gustose e poco ripetitive, decisamente un lusso in un genere inflazionato. Ancora affidabili e smaglianti, gli STYG rientrano in quella decina di gruppi che definiscono l’hardcore contemporaneo, non è cosa da poco.