7.5
- Band: STONE SOUR
- Durata: 00:54:04
- Disponibile dal: 13/09/2010
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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Il dibattito sulla questione "progetto parallelo" è definitivamente scaduto nei confronti degli Stone Sour, formazione che ha legittimato il suo status nel mondo hard’n’heavy con l’eccellente "Come What(ever) May" e una serie di tour che ne hanno confermato lo spessore artistico. Ora che la tragica scomparsa di Paul Gray ha posto una lunga ombra sul futuro degli Slipknot i riflettori puntano con maggiore intensità verso questo "Audio Secrecy". Il difficile appuntamento col terzo capitolo discografico è superato agilmente: sin dal primo ascolto l’album scorre liscio, in un susseguirsi di canzoni tra il rock alternativo e l’heavy melodico, tutto innegabilmente levigato, tondo, dall’innato appeal radiofonico. L’iperattivo Taylor da l’ennesima dimostrazione di versatilità, e il gruppo sembra voler ostentare a tutti i costi la propria maturità artistica, finendo per indugiare (quasi troppo spesso) in una drammaticità leggermente ripetitiva, unico neo di una raccolta davvero piacevole. "Miracles", con la sua strofa rubata agli Alice In Chains, è la sola occasione in cui è possibile additare una somiglianza eccessiva. E’ di sicuro nella semplicità che vanno ricercate le migliori doti degli Stone Sour, nella capacità di scrivere canzoni fruibili, intense ed emozionali, capaci di coinvolgere da subito, impreziosite dal tocco leggero ma riconoscibile di musicisti talentuosi come Roy Mayorga (alle pelli) o Jim Root (alla chitarra), che senza invadere il cono di luce che illumina costantemente un Corey Taylor in catarsi riescono ad impreziosire anche il più canonico dei brani. Il gruppo ha giocato sul sicuro, riproponendo una formula di successo riuscendo a mantenere una qualità invidiabile, che garantirà un’ulteriore espansione alla base di fan e spianerà il cammino per un futuro che potrebbe, forse, regalarci anche l’atteso capolavoro.