7.5
- Band: STONE SOUR
- Durata: 00:48:54
- Disponibile dal: 01/09/2006
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
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“Come (What)ever May” è l’altra faccia della medaglia. L’emergere della sensibilità e della voglia di melodia e delicatezza di una delle personalità più oscure, chiaccherate e intricate del mondo del metal “mainstream”. E’ il togliersi dal volto una maschera di iperviolenza quasi obbligata e caricaturiale, cucita sulla pelle del personaggio. Nelle dodici tracce del secondo capitolo discografico degli Stone Sour arde sempre la passione per il rock duro e le chitarre taglienti, ma emerge distintamente la volontà di limpidezza e positività, costantemente soffocata da un travestimento orrorifico di lattice. Pare esserci un abisso a separarlo dall’incerto esordio: il rock viscerale e permeato di melodia colpisce quanto la personalità e il carattere della band, capace di creare finalmente un suono distintivo. La versatilità di Corey risulta indiscutibile assieme alla compattezza di una formazione distante dalla limitante definizione di “progetto parallelo”. A tratti paragonabili ai Nickelback meno commerciali o ai Foo Fighters più introspettivi gli Stone Sour vincono con un ritorno pieno di potenziali singoli radiofonici – lo dimostra la eccellente “Through Glass”, erede naturale di “Bother” – e di graffianti e ammiccanti pezzi di rock moderno (“30/30-150″,”Made of Scars” o “Zzyyxx Rd”), che faranno proseliti anche nei detrattori più increduli. Niente “nu”, “metalcore” o “emo”, solo un solido ed omogeneo disco di hard rock moderno e melodico, ben scritto e brillantemente prodotto. Le maschere possono tranquillamente essere messe da parte per un po’.