7.0
- Band: STONE SOUR
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
Gli Stone Sour non sono altro che la prima band di Corey Taylor, cantante degli Slipknot. Fondati nel 1992 e poi accantonati a causa dell’esplosione della band mascherata, gli Stone Sour sono stati riesumati soltanto lo scorso anno e, avendo firmato per la Roadrunner e vantando addirittura la presenza di un loro brano, la soffusa “Bother”, nella colonna sonora del film “Spiderman”, si apprestano a godere della stessa grossa esposizione a cui ormai sono abituati i loro cugini Slipknot. Vedendo i nomi coinvolti (oltre a Taylor è della partita anche James Root, chitarrista dei succitati Slipknot), si potrebbe immaginare che gli Stone Sour siano l’ennesima band dedita all’amato/odiato nu metal, ma non è così perché, fatta eccezione per l’iniziale “Get Inside” (forse il brano più diretto ed heavy del disco che, grazie alla voce di Taylor, nelle parti più veementi rimanda direttamente alla band madre) il resto delle composizioni si presenta come una specie di hard rock che può anche ricordare la vecchia scena di Seattle o certe cose dei Tool. Come prevedibile, un grosso spazio viene lasciato alla voce di Taylor, il quale si muove quasi sempre su territori molto melodici senza però disdegnare alcune puntatine in screaming, soprattutto nei ritornelli, vero punto di forza di molti dei brani proposti. “Orchids” ed “Inhale” sono infatti episodi che lasciano davvero il segno e spiccano tra gli altri in quanto forti di ritornelli ficcanti e di riff semplici e facilmente memorizzabili: se adeguatamente pubblicizzati, potrebbero anche avere un buon successo come singoli. “Stone Sour” è quindi un album atipico ma più che valido che, grazie ai frequenti spunti melodici contenuti in esso, potrà raggiungere un grosso numero di appassionati, e non soltanto fan degli Slipknot, i quali, anzi, potrebbero rimanere delusi vista la scarsa aggressività qui espressa.