STORM{O} – Finis Terrae

Pubblicato il 31/10/2019 da
voto
7.0
  • Band: STORMO
  • Durata: 28:20
  • Disponibile dal: 04/10/2019
  • Etichetta:
  • Moment Of Collapse

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“Invece che costruire muri allo sconosciuto, questo album punta a spingere noi stessi verso questi confini che collassano; non c’è fine del mondo, così come non esiste un ‘sé’ individuale staccato dall’ambiente e dagli altri esseri viventi. Possiamo scegliere di essere alla fine del mondo o spingerci verso lo sconosciuto”. Così commenta, con un messaggio di reminescenza antropologico-culturale, il frontman Luca Rocco. E il tutto appare abbastanza emblematico per questo  nuovo tassello della discografia di uno dei più affermati esempi di hardcore underground all’italiana.
Ancora una volta quei ragazzotti di Feltre ci propongono un lavoro senza compromessi: immediato, diretto e sempre letale, confermando ancora una volta il loro status. “Finis Terrae” non aggiunge molto al percorso di Rento e soci, ma si assesta sulle coordinate specifiche che il quartetto ha già ampiamente dettato nel corso di questi cinque anni di attività discografica, a partire dal primo – e ancora imbattuto – “Sospesi nel vuoto bruceremo in un attimo e il cerchio sarà chiuso” (2014). Anche qui, come in “Ere” (2018), la band decide di imbastire un discorso che non può che prendere a piene mani dall’attività live dei ragazzi di Feltre, essendo praticamente registrato nel corso dell’ultimo anno, tra le varie peregrinazioni, tra palco, sala prove, autogrill e furgoncino. “Progresso” è uno dei pezzi più incisivi del lotto, nonostante sia quella che esula (ma solo lievemente) dalle tirate old-school hardcore di cui questo terzo lavoro si nutre principalmente, senza grandi scossoni o climax espressivi peculiari. Dal punto di vista lirico ed espressivo, oltre che da quello di attitudine, non è cambiato nulla da quanto già affermato dai veneti e le tonalità esistenzialiste e post-romantiche, compresa una prova al microfono che non mira a chissà quale eccessività di tono, sono le medesime di sempre. E tutto questo può essere piacevolmente considerato come marchio di fabbrica, tanto umile quanto onesto, tanto viscerale quanto efficace, senza scossoni o nuove sperimentazioni. “Tempi morti che sanno della luce elettrica che illumina queste sere passate in silenzio” – si sente nel singolo “Tempi Morti” - ”Ho guardato in fondo a me stesso ma non c’era niente che valesse la pena di dire“. E ancora: “Occupavi i miei giorni, strappavi il mio corpo ma almeno avevo qualcosa da ricucire al mattino“. Chiude il tutto una titanica “Niente”, che lascia quel sentore malinconico di cose che finiscono, ma che continueranno in un qualche altro modo, altrove, in qualche altro tempo: ““Ho divorato città per colmare un vuoto che non ti appartiene ma è frapposto ai tuoi passi / Ti seguirò dove niente è ciò che credi che sia”.
In definitiva “Finis Terrae” è l’album che conferma lo stato di forma di questi ragazzi e che ce li continua a fare immaginare imperterriti, fieri e con qualche birretta (finita) di fianco. Forse a un mini-gig in un negozio di dischi, in una casa occupata, in un locale di qualche periferia o in qualche città europea. Non sarà molto, per alcuni, ma questo è l’underground. Questo è l’hardcore. Queste son cose vere e decisamente autentiche. E che sicuramente – oggi più che mai – fan bene alla scena musicale del nostro Stivale.

TRACKLIST

  1. Trema
  2. Tempi Morti
  3. Movente
  4. Rilievo
  5. Ho Chi Minh
  6. Vetro
  7. Progresso
  8. Metropoli
  9. Respiri
  10. Lascito
  11. Interludio
  12. Niente
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