7.0
- Band: STORMCROW
- Durata: 00:52:00
- Disponibile dal: 01/03/2012
- Etichetta:
- The Summit Records
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Dopo esser stati una vera e propria sorpresa nel 2006 con l’EP d’esordio “Wounded Skies”, i milanesi Stormcrow finalmente ritornano a registrare qualcosa di nuovo e più precisamente il loro full length album di debutto. In passato la black metal band nostrana aveva dimostrato tanta classe, una violenza abbinata a ritmi indiavolati ed uno stile tagliente e melodico tipico del black metal scandinavo, svedese in particolare. Il nuovo “Disposition To Tyranny” è un album pressoché impeccabile, sia dal lato compositivo che da quello della produzione. Tutto è stato fatto in modo davvero professionale e la band merita senza dubbio le luci della ribalta. Forse l’EP di sei anni fa rappresentava una sorpresa perché allora il gruppo sbucava praticamente dal nulla, mentre ora il suo nome gira già nell’underground grazie anche all’attività live della band. Il sound degli Stormcrow non suona sicuramente nuovo o ‘fresco’, anzi, la band ricalca quanto già detto in passato dal filone melodico del black metal. Non per questo però la band perde di interesse, anzi, dimostra di poter competere alla pari con alcuni ‘maestri’ scandinavi in materia black metal. E non è una cosa da poco. Con un riffing meno monolitico e ancor più tecnico e articolato, gli Stormcrow potrebbero persino seguire le tracce di una band storica come i Naglfar. Speriamo di non dover attendere ancora tanto per il prossimo album ,che decreterà forse in modo definitivo se gli Stormcrow saranno capaci di fare il salto di qualità che gli auguriamo o se rimarranno un ottimo gruppo ma relegato, ahinoi, nel circoscritto mondo underground italiano. I minuti passano veloci quando un gruppo non smette di imprimere forza sull’acceleratore: il black metal qui è letale, tagliente, ma supportato da un muro sonoro davvero massiccio. Forse il suono è persino troppo perfetto, ‘pulito’ e questa perfezione rischia di schiacciare un po’ le mille sfumature del sound e di farlo diventare piatto. Ottima, invece, la scelta di mettere la sezione ritmica in evidenza, anche se le chitarre avrebbero comunque dovuto avere un impatto maggiore; grande intuizione è rappresentata dalla scelta di dare al basso un suono estremamente metallico che dona a questo strumento un ruolo chiave nella buona riuuscita dell’album. Bella l’introduzione che ricorda tanto i Wongraven di Satyr, poi però si scatena inesorabilmente l’inferno. Gli Stormcrow sanno anche creare atmosfere magiche come il passaggio acustico del brano “…Alle Alpi”, ma è solo una deviazione, poi si ritorna subito sul sentiero tormentato e bombardato dal black metal. Emozionante e coinvolgente il mood della canzone “Tread On The Cross”, un brano simbolo del sound degli Stormcrow: violento, ma controllato, supportato da una doppia cassa costante e martellante e da un riffing micidiale e calcolato. Magari in futuro la band sguinzaglierà quella follia che solo nel black metal più estremo si può ritrovare, nel frattempo facciamole i complimenti e godiamoci la nera poesia contenuta in “Disposition To Tyranny”.