8.0
- Band: STORMLORD
- Durata: 00:44:33
- Disponibile dal: 20/09/2013
- Etichetta:
- Trollzorn
- Distributore: Masterpiece
Spotify:
Apple Music:
Dopo il track-by-track in anteprima pubblicato un paio di mesi or sono, eccoci finalmente a parlare dell’ultima fatica degli Stormlord: “Hesperia”. La band di Borchi e compagni continua sulla falsariga dell’ottimo “Mare Nostrum”, seguendo un nuovo corso e, anzi, aumentando il “carico”. Questa volta la band capitolina va diretta alle radici di una parte fondante della cultura italiana, raccontandoci la leggenda di Enea, l’eroe che Roma si diede per dare un lustro epico alla propria nascita. E così il black metal degli Stormlord assume una tonalità fortemente epica, come nell’opener “Aeneas” e nella successiva “Motherland”. L’uso della metrica latina rende chiaro come la band punti in alto e voglia perseguire nuove strade. Lo struggente amore tra Enea e Didone, raccontato in “Bearer Of Fate”, dimostra che i Nostri sanno ben padroneggiare anche melodie più cupe, scostandosi dall’atmosfera epica che pervade tutto il disco, ma senza perdere la continuità necessaria ad un concept, mentre un brano come “Onward To Roma” ci riporta ad un black metal diretto, in qualche modo simile agli esordi degli Stormlord. “Under The Sign Of The Sword” e “Where My Spirit Forever Shall Be” sono lontani e solo Cristiano Borchi è rimasto lo stesso dai tempi degli esordi, mentre le atmosfere e la proposta musicale dei blackster romani hanno subito molti cambiamenti, attraversando un periodo quasi gothic per approdare ad una versione più raffinata e matura dell’epic black metal degli inizi. Gli ultimi due dischi della band sono, senz’ombra di dubbio, qualitativamente di tutt’altra caratura e rappresentano molto bene l’approccio al black metal tipico del nostro paese: l’arrangiamento con un ruolo fondamentale delle tastiere, l’intreccio delle chitarre e lo scream molto aperto ci riportano a band come i Graveworm o ai primi lavori dei Theatres Des Vampires e gli Stormlord sanno rifuggire dal rischio di caricare troppo il loro sound, dall’ approccio un po’ barocco di molte altre band. Se “Mare Nostrum” aveva stupito pubblico e critica per l’incredibile salto qualitativo degli Stormlord, “Hesperia” conferma l’ottimo momento della band, probabilmente il migliore dell’intera carriera, e non può che far sperare i fan del genere che i Nostri proseguano lungo questa strada, dimostrando che nulla funziona più che attingere alla propria cultura ed alle proprie radici: così come chi vive tra fiordi e foreste riesce a parlarci di mitologia nordica, allo stesso modo chi vive a Roma sa parlarci di Enea e dell’ Urbe.