7.5
- Band: STORMO
- Durata: 00:33:34
- Disponibile dal: 21/02/2014
- Etichetta:
- Shove Records
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Piccoli post-corer italiani crescono. E come crescono bene. Dopo aver visto le positivissime parabole ascendenti di band come The Secret, Hierophant, Hungry Like Rakowitz, Dead Elephant, End of a Season e soci, è giunto ora il tempo di veder nascere – e brillare – la splendente stella dei bellunesi Storm{o} , che con questo ottimo “Sospesi Nel Vuoto Bruceremo In Un Attimo E Il Cerchio Sarà Chiuso” giungono al debutto sulla lunga distanza. Come facile intuire dal titolo del disco, l’hardcore dei Nostri è un affare altamente intimista e introverso. Punk rock lacerante ultra-brutale in pieno stile Converge, concepito, come in quel caso, come fascio catalizzatore per esorcizzare ogni sorta di malessere interiore ed esplorare i tormenti dei rapporti interpersonali più avvilenti ed autodistruttivi. Il risultato è un qualcosa che sta a cavallo tra screamo, post-hardcore di inconfondibile stampo hydraheadiano (Harkonen, Piebald, primi Cave In), ed un emoviolence obliquo e scurissimo. Converge, si diceva, e Botch, Envy, Curl Up and Die, Drive Like Jehu e These Arms Are Snakes, tutti tritati insieme e stipati in un budello di tormento e alienazione punk infinita. Ritmiche serratissime, strutture compositive contorte, imprevedibili e incompromissiorie che vivono tanto di mathcore che di tecnicismi prog ben più che ovvi, quanto di spiccatissime propulsioni noiserock sono gli ingredienti primari di una formula proposta dai Nostri che offre davvero pochi squarci per respirare e riprendere fiato. Ancorati a questo impianto sonoro severissimo troviamo poi come propellente primario delle chitarre affilatissime; rasoiate impazzite e implacabili che lacerano l’aria come fauci rabbiose, procedendo mano nella mano con cambi di tempo repentini che generano ancor più forza centrifuga. Il tutto viene poi impastato dai Nostri con un collante alienante e anti-umano: voci fatte tanto di pura rabbia e disperazione quanto di riflessività, espiazione e rassegnazione desolante. Non tutto nel lotto è però sempre a fuoco e impresso della massima incisività. Il basso, ad esempio, a tratti sembra voler scavallare il proprio ruolo di strumento ritmico andando ad infastidire le chitarre, e risultando dunque troppo onnipresente e in primo piano, mentre dal canto loro le voci, nel loro voler essere profonde, e “poetiche” a tutti i costi (sensuali quasi), spesso danno via troppo del contenuto lirico, svelando testi troppo intelligibili, e scandendo troppo bene le parole, perdendo dunque un tantino in fascino e ambiguità, o chiudendosi in veri e propri monologhi di voci pulite che tendono a sgonfiare tutta l’intensità esplosiva espressa negli stessi passaggi dalla sezione strumentale, al contrario totalmente squassante e mai scadente in incisività. In generale però, e fatte queste doverose e fastidiose precisazioni, non si può assolutamente negare quale tipo di fervida passione, serietà e intensità trascini questa band e la sua musica. L’esecuzione è sia impeccabile che implacabile, la produzione e suoni del disco andrebbero assunti come modello da tutte le band nel genere che hanno intenzione di fare sul serio, tanto sono perfetti, devastanti e avvolgenti, e in generale l’attitudine tutta mostrata dai bellunesi nello sviluppare la propria visione musicale è di quella di fronte alla quale ci si toglie il cappello: non ci sono solo rabbia, potenza e grande espressività concettuale in questa musica, ma ci sono anche stile, serietà assoluta, integrità e una valanga di palpabilissima passione per quello che fanno. Davvero una prova esemplare per questa giovanissima band italiana che già al primo vagito ha mostrato di avere un’indiscutibile marcia in più rispetto alla concorrenza. Sorvegliati più che speciali, e ascolto consigliatissimo.