7.0
- Band: STORMWITCH
- Durata: 00:54:12
- Disponibile dal: 27/02/2015
- Etichetta:
- Massacre Records
- Distributore: Audioglobe
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I continui litigi ed i cambi di formazione hanno minato seriamente gli Storwitch, che dopo il loro ultimo “Witchcraft” nel 2004 sembravano veramente giunti al capolinea. Invece, ad oltre dieci anni di distanza, il sempreverde Andy Muck, restio a scrivere la parola fine sulla sua creatura, ha rimesso in piedi la band e sfornato un nuovo disco. “Season Of The Witch” attacca in quinta marcia con la veloce e diretta “Evil Spirit”, dove la band si diletta nel suo tradizionale power/heavy metal. La successiva “Taliesin” si assesta invece su un mid tempo per lasciare spazio alle epiche vocals di un Muck sempre in grande forma nonostante lo scorrere impietoso del tempo. Con “Last Warrior” vengono fuori gli Stormwitch più classici, quelli in grado di coniugare insieme strofe rabbiose e refrain melodici e sognanti, che si memorizzano in testa sin dal primo ascolto. La coppia di axeman Stoner/Schmietow si dimostra all’altezza della storia della band, tanto da offrire una splendida performance solista in tutto il disco. “Season Of The Witch” contiene diversi brani interessanti, purtroppo non sono presenti estratti in grado di competere con i grandi capolavori del passato, quelli che hanno reso famosi Andy Muck e compagni. Menzione speciale tuttavia per il brano “At The End Of The World”: il suo sound radiofonico, pur senza snaturare il trademark della band, è perfetto per passare on air e per accattivarsi le simpatie degli ascoltatori più vicini alla musica pop rock grazie ad un ritornello melodico e ruffiano quanto basta. Persino le due bonus track, riservate alla versione digipack dell’album, si rivelano ben più che meri riempitivi e si fanno apprezzare per la loro freschezza. Con la speranza che i tira e molla in casa Stormwitch siano davvero finiti per riuscire a portare avanti senza intoppi l’ultimo capitolo della loro carriera, non possiamo che complimentarci con questi alfieri del metal teutonico per aver saputo sfornare un disco forse non perfetto, ma pieno di musica ad alto livello e di personalità.