
7.5
- Band: STRANA OFFICINA
- Durata: 00:47:33
- Disponibile dal: 29/03/2019
- Etichetta:
- Jolly Roger Records
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Poche band sono in grado di incarnare l’essenza pura e semplice dell’heavy metal made in Italy come la mitica Strana Officina da Livorno, caratterizzata da una storia familiare alle spalle al limite del toccante e davvero unica al mondo, in grado di lasciar trasparire l’immensa passione e il grande amore per questa musica, che ancora oggi spinge Daniele ‘Bud’ Ancillotti e i suoi compagni a infiammare i cuori di tutti gli appassionati. I loro concerti sono infatti un concentrato di energia al pari di pochissimi altri, e allo stesso modo le loro produzioni discografiche, contemporanee e/o nostalgiche, riescono da sempre ad emozionare ogni metallaro nato nel Bel Paese, e non solo.
A ben nove anni di distanza dal predecessore “Rising To The Call” e con ben due compilation rilasciate nel corso del suddetto periodo, è ora giunto il momento di parlare del quarto full-length effettivo ad opera di quella che è ormai divenuta una vera e propria istituzione simbolo dell’underground metal tricolore. Prodotto presso Jolly Roger Records, questo nuovo “Law Of The Jungle”, cantato quasi interamente in lingua inglese, si colloca perfettamente sulla falsariga di quanto fatto da sempre dalla band toscana: come di consueto, un heavy metal puro, semplice e con pochissimi fronzoli, destinato necessariamente alle orecchie di tutti coloro che ancora possono fare sfoggio di un cuore d’acciaio alla vecchia maniera. La iniziale titletrack è da fomento vero, trattandosi di un brano graffiante e spedito, in cui i veri protagonisti principali non possono che essere la chitarra di Dario Cappanera e la voce del sopracitato frontman Daniele ‘Bud’ Ancillotti. Con le più rockeggianti “Crazy About You” e “Endless Highway” si rallenta leggermente il tiro generale, così come con le cadenzate e più oscure “The Wolf Within” e “Snowbound”, che qualcuno di voi avrà già ascoltato a seguito del rilascio dei rispettivi video ufficiali in rete. Con “The Devil And Mr. Johnson” e “Love Kills” si conclude più che degnamente la trafila di inediti, seguiti a ruota dalla riproposizione di due classici in lingua italiana come “Difendi La Fede” e “Guerra Triste”; queste ultime, per quanto già note alla maggior parte dei fan della band, rappresentano sempre e comunque dei veri e propri inni per ogni appassionato, sia che si preferiscano le smitragliate come la prima o le semi-ballad come la seconda. Citiamo inoltre la presenza di una riuscitissima bonus track in lingua italiana intitolata “Il Buio Dentro”, che giustifica adeguatamente l’acquisto del disco in formato fisico, invece di limitarsi all’ascolto in versione digitale.
L’esecuzione e la produzione sono state curate in maniera volutamente più fedele possibile alla vecchia scuola, con delle esecuzioni singole essenziali ed impeccabili, in particolar modo il roccioso guitar work, e un sound che sembra provenire direttamente da un album prodotto svariato tempo fa, il che potrebbe far storcere il naso ad alcuni, così come stuzzicare ulteriormente l’interesse di svariati altri. Volendo trovare necessariamente dei difetti all’album, potremmo far presente una presenza forse un po’ eccessiva di brani caratterizzati da un ritmo non particolarmente sostenuto, eccezion fatta per la titletrack e per la già menzionata “Difendi La Fede”, inserita forse anche per dare un tocco adrenalinico in più all’intera produzione.
Nonostante questo dettaglio, per quanto si tratti certamente di un album imperfetto, bisogna comunque riconoscerne l’immenso potenziale e l’incredibile cuore che risulta ancora possibile percepire in ogni singola nota; tant’è che dopo vari ascolti il disco risuona comunque all’interno dei ricordi dell’ascoltatore, eliminando ogni dubbio riguardo l’effettiva incisività di un prodotto che forse non accontenterà tutti quanti, ma che rimane un degno nuovo capitolo per la carriera della Strana Officina, e se si è degli appassionati consci di quanto l’Italia possa ancora dire la sua in un mercato sempre più spietato, non si può proprio fare a meno di fare ancora una volta un applauso a questi ragazzoni.
Naturalmente ora rimaniamo in attesa delle prossime date imminenti, poiché siamo sicuri che i nuovi pezzi dal vivo saranno ancora più convincenti che su disco.