7.5
- Band: STRANA OFFICINA
- Durata: 00:42:45
- Disponibile dal: 29/06/2018
- Etichetta:
- Jolly Roger Records
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La Strana Officina rappresenta una vera e propria garanzia all’interno della scena metal italiana e questo nessuno lo può negare, soprattutto chi, oltre ad aver ascoltato almeno uno dei loro granitici album, ha avuto occasione di assistere a un’esibizione live di Bud e compagni: per chi ancora non avesse avuto questo piacere, ci limitiamo a dirvi che si tratta di un concentrato puro di energia metallica, grinta e potenza sonora come pochi, anche tra le realtà estere, sono in grado di fare.
Tra gli affezionati delle sonorità vecchia scuola, nell’ultimo periodo, ha iniziato a farsi tangibile l’attesa per l’effettivo nuovo lavoro in studio ad opera dell’iconica band toscana la quale, nell’attesa, ha ben pensato di proporre qualcosa di succoso ai fan, naturalmente in collaborazione con Jolly Roger Records che, grazie all’indiscutibile passione di chi ci lavora, si può tranquillamente considerare la scelta più azzeccata per proporre del sano heavy metal al pubblico tricolore. Parliamo di una sorta di mini-compilation, cantata interamente in italiano, contenente le ri-registrazioni recenti e, soprattutto, le versioni originali datate 1995 di quattro tracce (più una) tra le più sofferte composte da una band rimasta orfana, appena due anni prima, di due colonne portanti come Roberto e Fabio Cappanera, deceduti in circostanze drammatiche in occasione di un incidente stradale, sostituiti successivamente dai giovani e talentuosi Dario e Rolando, rispettivamente nipote e figlio delle figure scomparse.
Chiunque abbia seguito la band negli ultimi anni conoscerà sicuramente il brano “Non Finirà Mai”, un vero e proprio grido di speranza con una base oscura e cadenzata resa alla perfezione da un guitar work potente e roccioso. Seguono due pezzi a tratti leggermente differenti tra loro: la più moderna e cantabile “Bimbo”, il cui sapore ben si adatta al periodo in cui è stata composta, e l’adrenalinica e tagliente “Amore e Fuoco”, che ribalta quella sorta di malinconia presente nelle due tracce precedenti, sostituendola invece con una carica e una voglia di distruzione metallica che stimolerebbe la voglia di vivere a mille anche a un depresso cronico, soprattutto grazie a un testo che in un certo senso simboleggia la rinascita e la vittoria della voglia di vincere contro quel desiderio maledetto di rinunciare ai propri sogni. Con la ballad “Vittima” invece torna in un certo senso a farsi sentire quel senso di tristezza, ma arricchito da una cornice maestosa e magnificamente composta.
Per quanto riguarda la parte più recente del disco, tre non sono altro che delle versioni rinnovate e, come detto all’inizio, ri-registrate di altrettanti pezzi di cui abbiamo già parlato poco fa, all’infuori di “Amore e Fuoco”. La vera chicca è invece rappresentata da “Ricordi Di Lei”, il cui graffiante guitar work ci riporta alla mente alcuni tra i migliori brani composti dai britannici Saxon, notoriamente fondamentali per il bagaglio musicale personale di ogni buon old school metalhead, compresi i ragazzi della Strana.
In conclusione, si tratta di un acquisto/ascolto forse non imprescindibile, ma comunque caldamente consigliato a tutti gli amanti della band livornese, il cui materiale spesso non risulta così facile da reperire e, considerando l’immensa qualità dei brani presenti, noi personalmente non ci penseremmo due volte.