voto
9.0
9.0
- Band: STRAPPING YOUNG LAD
- Durata: 00:54:40
- Disponibile dal: 21/03/2005
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Self
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– “Alt! Chi va là? Parole d’ordine!”.
– “Rabbia. Furia. Velocità”.
– “Avanti, Squadra Speciale S.Y.L. Potete passare”.
I quattro figuri più inquietanti della Legione delMetal Estremo sono tornati. Armati di tutto punto. Pericolosi comesempre. Per l’ennesimo, spaventoso massacro. Il nuovo parto dellacreatura Strapping Young Lad anche questa volta non promette nulla dibuono – per la tranquillità del nostro sonno, s’intende. Viene alcontrario a risvegliare collere sopite, e ad offrire appiglio a tuttigli squilibri possibili. Perché tale è Devin Townsend nella sua vestepiù oscura: disarmonia, strappo, cesura, taglio, ferita. Oltre a questoc’è veramente poco da argomentare. La nuova creatura è mostruosa. Ilsuo nome è “Alien”. Ed è feroce. Siamo di fronte alla solita illogicasoluzione di continuità nel lungo, convulso corso costituito da tutti ilavori del biondo canadese, senza i quali non sarebbe possibile leggerenemmeno quelli targati SYL: al primo ascolto, infatti, c’è qualcosa nonconvince del tutto, la sensazione è quella che si stia perri-assaporare quella soffocante aria foriera di stanchezza compositivainiziata con il controverso “Physicist” e, forse, culminata nelprecedente “SYL”, il cui scarto da “City” era tanto ampio quantoevidente era invece la somiglianza e la vicinanza a certe soluzioni inTerria-style… ma poi, traccia dopo traccia, quel ‘qualcosa’ vacambiando forma, l’impressione che la stanchezza di Towsend tenga afreno le sue rabbie più violente svanisce, e… il disco si articola,si fa intenso, si libera, ed ecco, infine, ecco quello che mancava!Townsend si è finalmente lasciato andare di nuovo! E’ unadeflagrazione: “Imperial” e “Skeksis” partono in corsa con uno sforzodisumano, e Gene Hoglan sfodera una prova monumentale da far scoppiaretimpani e coronarie. Con “Shitstorm” il controllo è definitivamenteperso, la canzone è appunto nient’altro che ciò che il titolo lasciaintendere, una ‘shitstorm’ di blastbeat che fanno scricchiolare leossa, sweep di una sei corde totalmente impazzita, di inserti ditastiere alla maniera di “Physicist” che abbassano per un attimo lapressione sanguigna globale o si accordano ai tormenti della voce dalpotenziale espressivo sempre più alto del Townsend, che si destreggiacon sempre maggiore disinvoltura tra urla traboccanti sofferenza,rabbia e brutalità, e parti pulite in cui è capace di assumere lamaschile profondità della sua naturale parlata così come sfumaturequasi femminili. Non c’è in effetti più niente, in questo disco, delladisperazione di “City”… no, oggi la violenza degli Strapping YoungLad è più spietata, più matura, più consapevole. Più spesso siincontrano affollatissimi inserti di backing vocals che ricordano conprepotenza il bianco progetto di “Infinity” (in “Shitstorm”, appunto, e”Possessions”), il riffing di Jed Simon ha la precisione di unastampante ad aghi (“We Ride” è da paura!), il basso di Stroud TheViking ha una corposità mai acquisita prima e, nel complesso, laproduzione si assesta su frequenze generalmente più ‘gutturali’ – semi si lascia passare il termine. Come dire: un panzer. Che però perqualche minuto sul suo cammino di distruzione fa una sosta in unqualche luogo con una meravigliosa vista sul mare, per quella “TwoWeeks” che è la prima ballad in assoluto in ambito Strapping Young Ladma che chi conosce gli altri episodi della carriera del suo capobandanon potrà, insieme alla successiva “Thalamus”, non riconoscere cometipico prodotto della sua dissonante, bifronte sensibilità. Infine,sono la caotica slavina di “Zen” e la delirante “Info Dump” (unatraccia di undici minuti che è effettivamente una discarica diinformazioni sonore) a concludere degnamente il nuovo atto gratuito diquesta macchina da guerra tornata finalmente in forze, che grida senzapiù freni contro la sua stessa alienazione. Sul labile confine tra”Infinity”, “Physicist”, “Terria” e “City” (sì, tra parentesi e con ladovuta cautela potremmo anche dirlo: questo è il più degno successoredello storico disco del ’97) si situa “Alien” dalla ‘balorda anima’, edera da anni che non ci era dato di ammirare la famiglia Strapping YoungLad così unita e così totalmente e irrimediabilmente incazzata.Chiunque ne sia il responsabile, farebbe bene a darsela a gambe… enon osiamo pensare a quello che la band sarà capace di fare sul palcodell’imminente Gods Of Metal. Micidiale.