6.0
- Band: STRATOVARIUS
- Durata: 01:15:14
- Disponibile dal: 28/10/2018
- Etichetta:
- earMusic
- Distributore: Edel
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A distanza di diciassette anni gli Stratovarius danno un seguito al lavoro intitolato “Intermission” e seguendo le orme del suo predecessore il nuovo “Enigma: Intermission II” si compone di una raccolta di tracce bonus e rarità estrapolate dai lavori post-Tolkki con aggiunta di quattro arrangiamenti orchestrali di cavalli di battaglia della ‘nuova era’ Stratovarius più tre inediti. Partiamo dalle note positive: gli inediti. La band finlandese ci propone dei midtempo ben arrangiati, dal buon tiro e contraddistinti dal nuovo sound firmato dal chitarrista Matias Kupiainen che sfrutta strutture metriche più variegate donando delle sonorità moderne senza snaturare mai il sound caratteristico che la band s’è costruita negli anni. “Enigma”, “Burn Me Down” ed “Oblivion” non sono brani particolarmente significativi da un punto di vista tecnico o compositivo ma si rivelano comunque canzoni piacevoli e palesano un buono stato di salute della band. Note dolenti: le versioni orchestrali, sinceramente ci si aspettava un lavoro migliore di orchestrazione da una band così navigata. “Fantasy” e “Unbreakable” risultano poco riuscite e trasportate verso una direzione decisamente più pop/radiofonica se non ‘da spiaggia’. Un po’ meglio “Shine In The Dark” e “Winter Skies” ma per lo più perché la struttura e i testi dei pezzi si presta meglio ad arrangiamenti di questo tipo. Peccato. Nel mezzo troviamo le nove bonus track proposte che rendono bene l’idea della maturazione e delle mutazioni del sound dei Nostri dal 2009 ad oggi. Quindi sentiamo ancora le martellate di Jorg Michael in “Second Sight”, “Hallowed”, “Last Shore” e “Castaway”, estratte da “Polaris” la prima e da “Elysium” le altre, tutte ancora evidentemente ancorate al passato. Sentendo invece i brani con Rolf Pilve dietro le pelli si può subito notare come l’arrivo di un batterista dallo stile più vario e moderno abbia potuto contribuire ad una nuova forgiatura del sound del gruppo che si sgancia dalle ritmiche telluriche dando vita a brani dalle strutture più ricercate ed interessanti come “Hunter” che arriva da “Nemesis”, l’album più vario da questo punto di vista, e dallo stesso album anche “Kill It With Fire”, in cui Johansson mostra tutta la sua ispirazione e devozione a J.S. Bach, e la anthemica “Fireborn” mentre dalla sua versione vinile è estratta la ballata “The Old Man And The Sea”. Mentre “Giants” è un brano che rispecchia appieno la chiave di lettura di “Eternal” in cui la classica formula degli anni Novanta è affiancata da un sound ed uno stile compositivo più fresco e coinvolgente donato dall’affiatamento tra la vecchia guardia ed i nuovi innesti di formazione, la giusta miscela tra passato e presente. Cos’altro si può dire di “Enigma” se non che è un prodotto ad uso quasi esclusivo dei fan in attesa del prossimo full-length (stando alle loro dichiarazioni dovrebbe veder la luce entro il prossimo anno) e al netto del materiale inedito offerto non si può che essere fiduciosi della qualità del materiale che verrà proposto.