
7.5
- Band: STREGA
- Durata: 00:14:00
- Disponibile dal: 25/04/2025
- Etichetta:
- Masked Dead Records
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Il folto sottobosco dell’underground nostrano ci presenta una nuova, intrigante realtà, chiamata Strega, che raccoglie – sebbene in incognito – anche membri di formazioni di alto livello come Ponte Del Diavolo e Darkend.
“Stryx Strega Strygae” è un EP di sole tre canzoni, per una quindicina di minuti circa di durata: troppo poco per formulare un giudizio davvero esaustivo sul futuro di questa band, ma più che sufficienti per capirne le potenzialità ed inquadrarne le coordinate sonore.
Accompagnato da una confezione grafica accattivante, l’EP degli Strega trova le sue fonti di ispirazione nel vecchio dark fantasy – quello più misterioso, lontano dalla patina lucida che la cultura pop è riuscita a dargli negli ultimi vent’anni. È un mondo popolato da creature sinistre, magie arcane, rituali celebrati intorno al fuoco in lingue sconosciute, parlate solo da demoni e dai loro seguaci.
La band è abile ad evocare questo immaginario ed anche una scelta apparentemente stramba – ovvero quella di inventare una lingua immaginaria, l’Arrakkyan, per le parti cantate – diventa uno dei punti di forza del disco. È il fascino dell’ignoto, spazi vuoti e privi di senso compiuto, che l’immaginazione dell’ascoltatore può riempire con immagini, atmosfere e sensazioni diverse per ciascuno di noi. Da un punto di vista musicale, invece, gli Strega optano per una formula efficace, che raccoglie la tradizione del metal classico degli anni Ottanta e la completa con lo screaming acuto del black metal.
La produzione è essenziale e l’uso delle tastiere aggiunge un ulteriore strato di mistero, perfettamente in linea con l’atmosfera dell’EP. Il songwriting è di buon livello e la band riesce ad amalgamare bene le proprie influenze, senza che queste vadano mai ad intralciarsi a vicenda.
È vero, ad esempio, che lo stile della band pesca a piene mani dagli anni Ottanta, ma lo fa selezionando con cura proprio dove l’odore di zolfo è più pungente: gli Iron Maiden di “The Number Of The Beast”, King Diamond e i suoi Mercyful Fate, Angel Witch e via dicendo. Allo stesso modo, la scelta di usare la voce black metal diventa sensata in un contesto che valorizza sonorità scarne, lontanissime dall’iperproduzione della contemporaneità. Certo, il rischio è che questo a volte finisca per ovattare un po’ i passaggi più potenti e taglienti, ma si tratta di un compromesso comprensibile e sensato.
Le tre canzoni presentate finora sono tutte sullo stesso livello e omogenee nello stile: una scelta utile per dare fin da subito una direzione al progetto, pur potendo contare su un minutaggio tanto risicato; dovessimo scegliere un brano esemplificativo, la nostra scelta cadrebbe probabilmente sulla titletrack, che delle tre è quella dal taglio più sinistro e maligno, ma la qualità ci sembra piuttosto alta in tutti gli episodi finora pubblicati.
A questo punto siamo curiosi di ascoltare un vero full-length degli Strega, che sarà il loro vero banco di prova. La scelta di una lingua inventata potrà risultare stucchevole se moltiplicata per dieci/dodici brani? La band riuscirà a mantenere un songwriting vario e costante?
Sono domande che speriamo possano trovare presto una risposta positiva. Per il momento, comunque, il biglietto da visita degli Strega ci ha convinto e il loro nome è sicuramente entrato nell’elenco delle nuove formazioni da tenere d’occhio. Bene così!