8.0
- Band: SUBLIMINAL FEAR
- Durata: 00:49:08
- Disponibile dal: 05/13/2016
- Etichetta:
- Inverse Records
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Con una media di un album ogni quattro anni – curiosamente allineati con gli Europei di calcio, dal 2008 ad oggi – i Subliminal Fear non possono essree definiti come un gruppo molto prolifico, ma hanno saputo compensare con una qualità sempre superiore alla media. Partita come portabandiera del più classico Gothenburg sound ai tempi di “Uncoloured World Dying”, già con il successivo “One More Breath” la formazizone pugliese ha iniziato un percorso di ammodernamento del sound che trova ora pieno compimento nel cosidetto disco della maturità. Complice la presenza dietro al microfono di un cast degno di “The Voice Of Modern Metal” – oltre ai due singer titolari, il rientrante Carmine Cristallo e la new entry Matteo De Bellis, figurano tra gli ospiti i cantanti di Mnemic, Threat Signal e Darkane -, “Escape From Leviathan” si colloca una spanna al di sopra dei suoi predecessori, amalgamando le già citate reminescenze melodic-death con un flavour di stampo industrial, arricchendo il tutto con orchestrazioni ‘hollywood modern metal’ (si senta in proposito l’epico finale della splendida “Evilution”) e un pizzico di djent, che di questi tempi non guasta mai. Tanta carne al fuoco, dunque, ma l’abilità del quintetto pugliese sta proprio nel mescolare in maniera personale le diverse influenze – oltre alle band citate sopra, aggiungiamo alla lista i seminali Fear Factory e Meshuggah, ma anche i meno noti Sybreed -, dando vita a quello che potremmo definire come melodic-industrial, per effetto della costante contrapposizione tra la compattezza del riffing e la varietà delle orchestrazioni spaziali. Ecco, forse un po’ di più varieta nello stile della sei corde, verosimilmente sacrificata in favore di un groove cibernetico, avrebbe dato un quid in più alla tracklist, ma si tratta di un elemento tutto sommato trascurabile nell’economia di un disco ricco di sfumature. Aggiungiamoci un artwork di livello (opera del celeberrimo Seth Siro) ed un concept lirico non banale (un mix tra le classiche atmosfere apocalittiche dei vari Terminator e Matrix e trattati filosofici sul libertarismo), e si capisce come quelli che abbiamo tra le mani sia un disco da non perdere per gli appassionati del genere. Il fatto che sia opera di una band italiana, e a maggior ragione da una regione relativamente poco rappresentata come la Puglia, non fa che renderceli ancora più simpatici, ma “Escape From Leviathan” non ha davvero nulla da invidiare alle più quotate produzioni internazionali. Un caloroso bentornato ai Subliminal Fear…e speriamo di ritrovarli su queste pagine prima del 2020!