6.5
- Band: SUDDEN DEATH
- Durata: 00:23:42
- Disponibile dal: 01/01/2002
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Un cd di ben sette brani è quello qui proposto dalla band brutal/death dei capitolini Sudden Death. Siamo davanti al ‘solito’ prodotto brutal/death così come vuole la tradizione: i Sudden Death non escono un momento dai binari della compattezza sonora e della brutalità espressiva. Le canzoni, ad ogni modo, scorrono via abbastanza piacevolmente sebbene in maniera un po’ troppo indistinta, e un buon aiuto lo fornisce una buona produzione che non impasta troppo il suono e rende comprensibili i passaggi della band. Buona specialmente la registrazione della batteria, molto presente e con il mordente giusto, il che è un peccato forse per la poca incisività del rullante, ma la doppia cassa tritura davvero… i tempi non sono mai eccessivamente veloci o brutali, e vengono alternati ad un death metal vecchia maniera, specialmente in “Death Like Symphony”, brano in cui si riesce a cogliere la monumentalità che forse solo il death può dare in certi frangenti. Tutto suona ovviamente cupo, la brutalità è figlia di una penombra malata, e in questa penombra la band sembra sapersi muovere abbastanza bene. Guidati dall’amore per lo stesso genere che suonano, i Sudden Death difficilmente potranno deludere quelli che sono onnivori di qualsiasi uscita, purché sia brutal e/o death. La band romana non arriva ad incarnare i nuovi Nile, né può aspirare a breve termine alla notorietà dei Cryptopsy, ma per essere un demo il prodotto è piuttosto valido. Il panorama brutal italiano inizia piano piano a prender una fisionomia un po’ più aggraziata e rispettabile, e questo fa ben sperare per il futuro. Forse il meglio di sé i Sudden Death lo danno nei rallentamenti che seguono le parti più tirate, quando riescono ad essere massicci e pesanti in modo ultracompatto. Non credo che per questa band valga il discorso di maturità o meno, il margine di crescita potrebbe esser dato forse soltanto da uno songwriting un po’ più personale, altrimenti questo gruppo, come tantissimi altri, rischia non solo di inflazionare il mercato, ma di passare direttamente al dimenticatoio. Forse una futura promessa in ambito estremo.