7.0
- Band: SUFFOCATION
- Durata: 00:38:17
- Disponibile dal: 15/02/2013
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Se “Blood Oath” aveva fatto storcere il naso ad alcuni fan di lunga data dei Suffocation, questo “Pinnacle Of Bedlam” probabilmente fungerà da calumet della pace passato dalla band ai propri supporter. Nel lavoro precedente la band aveva provato ad inserire partiture più groovy e moderne mutuate dal deathcore (con risultati non disprezzabili, peraltro), dimostrando che tra i vecchi leoni erano comunque quelli più attenti alle nuove tendenze; il loro sound non ne era uscito snaturato ma comunque c’erano state delle semplificazioni molto evidenti. Oggi invece ritroviamo i Suffocation alle prese con partiture quasi sempre estremamente complesse e chitarristicamente addirittura esasperate, sebbene non del tutto scevre da modernismi; la mole di riff e di solismi sprigionata dalle sei corde di Terrance Hobbs e Guy Marchais è impressionante; già dall’ iniziale “Cycles Of Suffering” veniamo travolti da un turbinio di note da far girare la testa. L’assalto inizia subito, Frank Mullen parte come un treno e dietro le pelli il ritorno di Dave Culross si concretizza tramite una performance assolutamente sopra le righe, grazie al suo drumming più vario di quello di Smith, sebbene meno potente. Alcuni break deathcore sono ancora presenti nel sound dei Nostri, ma molto più amalgamati con quella che è la loro formula abituale, fatta di death parimenti tecnico e brutale. “Eminent Wrath” è il primo episodio molto buono all’interno di una tracklist solida ma avara di spunti da fuoriclasse puri. La traccia segue una cadenza piuttosto veloce e testimonia come l’amalgama perfetta tra chitarre e sezione ritmica sia una delle armi vincenti dei Suffocation. Marchais poi delizia con un solo iniziale a metà strada tra lo shred ed i Morbid Angel. “As Grace Descends” vive su di un riff di matrice exodusiana e su di un approccio molto diretto alla materia, pur senza rinunciare a complicanze solistiche. A seguire, ecco il brano che non ti aspetti: “Sullen Days” parte con un arpeggio delicato e si evolve in un mid tempo ritmicamente ineccepibile e che non lesina un certo impatto melodico che viene devastato da una seconda parte dove le complessità dei tempi assurdi tenuti da Culross rende la traccia una delle migliori mai composte dalla band. L’impatto tout court riprende subito con la title track e proseguirà poi fino alla fine del lavoro, tra bordate spaventose e break pesanti ma non sempre riusciti. C’è da dire che – tolte le canzoni segnalate in precedenza – i rimanenti brani soffrono di una certa ripetitività di fondo a livello compositivo; ripetitività che viene ovviata da delle performance individuali al limite della perfezione. Rimane da dire che i Suffocation – pur non avendo più composto capolavori – sono saldamente ancorati ad uno standard qualitativo decisamente elevato ed anche con questo “Pinnacle Of Bedlam” non deluderanno certo le aspettative che sempre si vengono a creare all’approssimarsi di ogni loro album.