7.5
- Band: SUFFOCATION
- Durata: 00:44:14
- Disponibile dal: 25/09/2006
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Self
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Ci sono band che verranno ricordate per sempre per le innovazioni apportate ad uno stile musicale, altre per la qualità della loro proposta ed altre ancora, pochissime a dire il vero, per entrambe le cose. Bene, i Suffocation appartengono di diritto a quest’ultima categoria. Da anni infatti la band di New York si distingue tra le migliaia di epigoni in circolazione grazie ad un songwriting estremamente funzionale e ad un gusto per il death metal assolutamente personale. Non contenti di avere letteralmente creato dal nulla il death brutale da anni in voga, nel corso degli anni i nostri sono sempre stati coerenti con loro stessi, implementando però le influeze più disparate e fagocitandole nel proprio sound. A due anni di distanza dal precedente “Souls To Deny” quindi i Suffocation tornano con un album dal titolo omonimo, senza dubbio più compatto e coeso del suo predecessore. La produzione intanto rende finalmente giustizia all’operato dei nostri, grazie ad una pulizia del suono davvero notevole. Tutti e cinque i membri offrono delle performances straordinarie e se risulta quasi ovvio e scontato incensare il growl di Frank Mullen e la batteria inumana di Mike Smith, fa piacere sottolineare il grandissimo lavoro alle sei corde di Guy Marchais e Terrance Hobbs, finalmente in grado di far dimenticare il grande Doug Cerrito. Il death brutale e chirurgico contenuto nell’album assume di volta in volta tinte hardcore e death core e pone grande attenzione ai dettagli, come ad esempio il riffing thrash di “Misconceived”, il devastante break centrale di “Translucent Patterns Of Delirium” o lo splendido assolo di chitarra di “Entrails Of You”. Su un lavoro comunque di qualità spiccano “Redemption”, grandissima death metal song dal riffing spezzato e dissonante e ritmiche martellanti e la conclusiva “Prelude To Repulsion”, immaginario punto d’incontro tra l’hardcore e il death che non fa prigionieri. In definitiva non ci troviamo certo di fronte al nuovo “Effigy Of The Forgotten” ma “Suffocation” risulta indubbiamente il miglior lavoro post reunion della band. Ora l’appuntamento obbligatorio è sotto il palco dove, se possibile, i ragazzi sono ancora più devastanti che su album.