7.5
- Band: SUICIDE SILENCE
- Durata: 00:39:10
- Disponibile dal: 15/07/2014
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Con un futuro legato in maniera indissolubile ad una morte prematura il percorso dei Suicide Silence è stato messo in gioco in maniera brusca ed imprevedibile. Considerato il trauma, i californiani hanno avuto tempi di reazione relativamente brevi: eccoli infatti con una nuova uscita discografica a meno di due anni dalla perdita dell’amatissimo Mitch Lucker. Il processo di selezione del nuovo vocalist sembra esser stato rapido: dopo i mesi di toto scommesse seguiti al tributo “End Is The Beginning”, Hernan Hermida è sembrata a tutti un’ottima scelta, ma a disco finito come se la sarà cavata? Dobbiamo ammettere, con una punta di dispiacere nei confronti degli sfortunatissimi All Shall Perish, che Eddie – a livello vocale e come performance in studio – è persino migliore di Lucker: più vario, con un range più elevato e più potente. E’ lui a salvare i pezzi meno ispirati dell’album (pochi) e, in maniera banale, è lui a trionfare nello scontro diretto, ovvero la ri-registrazione di “Ending Is The Beninning” dal “Suicide Silence EP”. Musicalmente la band non esce dal seminato, battendo il ferro su groove monolitici, viscerali e ripetitivi, cambi di tempo e riff ribassati, ignorando gli assoli quasi del tutto e rimuovendo i retaggi nu metal di “The Black Crown”. “You Can’t Stop Me” è un concentrato del meglio dei Suicide Silence, che distilla alla perfezione la formula deathcore da manuale, anthemico, diretto e rifinito, ma soprattutto a livello di songwriting risulta l’album più scorrevole e maturo dell’intero catalogo. A donare un tocco della desiderata credibilità death metal, come ciliegina sulla torta, arriva nientemeno che George Fisher a firmare l’intensa ed intricata “Control”, manco a dirlo uno dei pezzi migliori dell’album. Con questa se la giocano la title track, assieme a “Inherit The Crown”, “Cease To Exist” e “Monster Within”, zeppe di passaggi esaltanti e slogan da maglietta. Siamo di fronte al disco più completo del gruppo: con uno dei migliori cantanti della scena nei propri ranghi e una scrittura finalmente matura, i Suicide Silence devono solo varcare i limiti del deathcore per spiccare definitivamente il volo. Detto questo, atteniamoci al presente e rallegriamoci perchè “You Can’t Stop Me” farà capolino in diverse classifiche di fine anno…