SUIDAKRA – Emprise to Avalon

Pubblicato il 02/08/2002 da
voto
8.5
  • Band: SUIDAKRA
  • Durata:
  • Disponibile dal: //2002
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: Self
Streaming non ancora disponibile

E’ risaputo quale importanza hanno rivestito i Children Of Bodom negli ultimi anni con la loro raffinata unione di veloci melodie powereggianti con ritmiche tipicamente death metal e vocals in screaming, una formula vincente che gli ha permesso di pubblicare grandi dischi del calibro di “Hatebreeder” e “Follow The Reaper”. Ebbene, album come questi i Suidakra li hanno fissati in modo indelebile nel proprio DNA, ma nonostante ciò non sono dei semplici loro cloni alla stregua di gruppi quali Kalmah o Eternal Tears Of Sorrow, bensì sanno inserire con tranquillità nel loro sound anche altri elementi, derivanti soprattutto dal metallo teutonico (nei cori con voce pulita è impossibile non accorgersi dello spettro dei Blind Guardian che aleggia costantemente su di essi) e dal folk più raffinato, proprio di gruppi quali Skyclad ed i nostrani Elvenking. Tutto il disco ruota inoltre attorno ad un concept, che nello specifico riguarda la storia di Excalibur (tema già abusato e stra-abusato, ma tant’è), e fin dalla prima “Darkane Times” (con in apertura un’armonizzazione che ricorda davvero da vicino i COB) ci sentiamo trasportati in un mondo fatto di magia, scontri epici e momenti più riflessivi, che vanno a rivestire perfettamente il ruolo di intermezzi nel corso della storia, come già fatto dai Blind Guardian con “Nightfall In Middle-Earth”. Passando per l’emozionante “Pendragon’s Fall” (dal coro con sottofondo di chitarre acustiche preso direttamente dai momenti migliori dei loro sopracitati connazionali), la veloce “The Highking” e le acustiche e riflessive “The Spoil Of Annwn” e “And The Giants Dance…”, si arriva alla fine del disco con “Still The Pipes Are Calling”, consci del fatto che i Suidakra hanno realizzato un capolavoro, sicuramente da annoverare tra i dischi dell’anno.Ad essere precisi, due piccoli difetti ci sarebbero: la copertina pacchianissima ed al limite del ridicolo, che ci aveva preparato al peggio, e la produzione, che soprattutto nelle parti più concitate e di voce pulita o cori può risultare leggermente confusionaria; ma visto l’insieme, questi sono dati assolutamente trascurabili.

TRACKLIST

  1. Darkane Times
  2. Dinas Emrys
  3. Pendragon's Fall
  4. The Highking
  5. The Spoils Of Annwn
  6. The Quest
  7. And The Giants Dance...
  8. Song Of The Graves
  9. Still The Pipes Are Calling
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