8.0
- Band: SULPHUR AEON
- Durata: 00:51:26
- Disponibile dal: 21/12/2018
- Etichetta:
- Ván Records
- Distributore: Audioglobe
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Sono passati cinque anni dall’uscita del primo album dei Sulphur Aeon, e da allora la band è diventata tra le più rinomate del panorama underground europeo. Nati nel 2010 come progetto del chitarrista T. e del cantante M., la formazione tedesca ha subito maturato una personale visione musicale nella quale confluiscono severità death-black metal e atmosfere arcane e magniloquenti ispirate all’immaginario lovecraftiano. A caratterizzare la musica dei Sulphur Aeon vi è sempre stata una potenza estetica e visionaria fuori dal comune e il nuovo “The Scythe of Cosmic Chaos”, realizzato con la dovuta calma dopo il successo di “Gateway to the Antisphere”, non fa eccezione. Il terzo full-length del gruppo sviluppa, come prevedibile, temi già affrontati in passato, ma lo fa con una sensibilità più riflessiva. E’ sempre fortissima l’ispirazione legata agli scenari di una natura immensa e spaventosa, desolata e allo stesso tempo abbagliante, come potrebbero essere certi paesaggi abissali. Rispetto al passato, tuttavia, l’approccio musicale è meno incalzante: la band questa volta punta infatti con più decisione sulla tensione atmosferica, su un’esasperazione emotiva indotta da sonorità quadrate e maestose. Le ritmiche rallentano leggermente e la voce si sposta sovente su un pulito declamatorio, capace di suggerire enfasi e angoscia, oltre ad un senso di attesa inquisitorio. In questo clima ansiogeno implacabile, quasi di matrice doom, non vi è spazio per una brutalità troppo sguaiata: a dominare sono i continui arabeschi melodici o armonici, chiamati ad arieggiare e a strutturare i singoli pezzi. La linea stilistica segue una logica che va montata e costruita attraverso misurati crescendo di impetuosità, con il recupero di motivi ormai trademark della proposta Sulphur Aeon e stratificazioni tanto ossessive quanto lucenti. Un’opera di sincronie oscure e di arrangiamenti certosini, che si rincorrono, sovrapponendosi e poi facendosi eco in un sottofondo di inquietudine ed epicità. Si entra così in una fase di intensa narrativa musicale, dove il lavoro di chitarra sembra spesso volersi librare in un inno di lode, per poi trascinarsi invece pesantemente su toni bassi e gravi, come a voler scavare un canyon sottomarino. Mai come in questa occasione, i Sulphur Aeon, con episodi come “Sinister Sea Sabbath” o “Lungs into Gills”, riescono a descrivere ambientazioni sconfinate e crepuscolari, trasmettendo una rassegnata e malinconica consapevolezza dell’oscurità che incombe. “The Scythe of Cosmic Chaos” non è una prova immediatissima, proprio perchè non possiede sempre lo spirito battagliero ed euforico dei precedenti capitoli discografici, ma si conferma comunque l’ennesimo album appassionante; il terzo centro di una carriera in continua ascesa.