7.5
- Band: SUM 41
- Durata: 00:36:00
- Disponibile dal: 19/07/2019
- Etichetta:
- Hopeless Records
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E’ passato ormai un quarto di secolo da quando “Dookie” e “Smash” spalancavano le porte del successo al pop-punk, aprendo la strada ai vari Blink-182, New Found Glory, Simple Plan, Fall Out Boy e Sum 41. Alla soglia degli anni ’20, mentre molti dei gruppi storici ormai vivono di rendita aspettando la pensione o continuano ancora a recitare il ruolo di eterni adolescenti pur essendo ormai padri degli stessi, i Sum 41 si distinguono per un sound sempre più vicino al metal, seguendo un percorso iniziato nel 2015 con il rientro in pianta stabile di Dave Baksh, da sempre l’anima metallara del gruppo. Dimenticate quindi i coretti di “Fat Lip” e “In Too Deep”, ma anche gli stenti di “Underclass Hero” o le parodie di “Pain For Pleasure”: pezzi come “Out For Blood”, “A Death In The Family”, “45 (A Matter Of Time)” (dedicata a Trump, come in passato erano stati critici verso l’amministrazione Bush) e “Eat You Alive” mostrano l’anima più heavy del quintetto canadese, dando per una volta seguito alle canoniche dichiarazioni della vigilia ‘più duro di sempre’ (nel caso specifico da rapportare al genere di provenienza). Sul fronte meno heavy, non dispiacciono anche le incursioni nei territori degli ultimi Muse (“The New Sensation”), le più lente “Never There” e “Catching Fire” (anche se il classico tappeto a là U2 è un po’ troppo inflazionato) e soprattutto il punk rock tiratissimo di “The People VS…”, sorta di versione 2.0 di “Mr. Amsterdam” con una sezione ritmica sugli scudi. Nel complesso, “Order In Decline” non sarà un disco da Hall Of Fame – e, per dovere di cronaca, la timbrica di Whibley sta al metal come i peperoni a colazione, come ben sa chi ha visto il medley dei Metallica – ma in poco più di mezz’ora i Sum 41 dimostrano di avere ancora le pile belle cariche e le idee chiare dopo quasi vent’anni di carriera. Chi li segue da sempre siamo certi non resterà deluso.